Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Francesco&Benedetto:DUE PAPI IN CHIESA

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Roberto Pepe
view post Posted on 23/2/2014, 10:59     +1   -1




Qualche giornalista si è sbilanciato, affermando che Papa Francesco gode dell’immensa popolarità pari all’80% della popolazione in generale, considerando tutti i cattolici, i non credenti e le altre comunità religiose. Un vero e proprio trionfo personale, tanto che si sfiora il grave pericolo che la Chiesa non sia più vista come un’organizzazione mondiale, ma che sia identificata esclusivamente in Papa Francesco che bacia i bambini. Pensiamo solo alla contestazione che il precedente Papa Ratzinger ebbe da uno Scalfari, il quale, di contro, ebbe dal presente Papa Bergoglio un’accoglienza propagandata dai media - quasi da figliol prodigo. Questo incredibile incontro è diventato una chiave di lettura dell’impegno strategico nel mondo di questo nuovo Papa.
Sicuramente potremmo avanzare una previsione; con Papa Francesco ci sarà un avvicinamento, se non addirittura una integrazione conciliata tra le Chiese Cristiane ed un più profondo dialogo con gli islamici! Se non ci sarà qualche evento contingente a bloccare questa operazione storica, il carisma mediatico personalissimo di questo Papa (durante la visita a Gerusalemme), stravincerà e si imporrà contro qualsiasi ragionevole dubbio! Di questo ne siamo sicuri. Bisognerà solo valutare il peso dello stravolgimento dogmatico che comporterà quest’operazione!
Analizziamo la reale “Substantia Rerum”: la sostanza profonda delle cose sotto la lente dei due Papi. Nel 2009 Scalfari scrisse che Ratzinger è un “modesto” teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori, nonostante fosse stato proprio Giovanni Paolo a volerlo come sommo teologo al Sant’Uffizio, ma probabilmente, mentre all’inizio, nel 2006, lo stesso giornalista lo esaltò addirittura come fine pensatore, pensando che Papa Benedetto quando parlava di “Amore universale” si riferisse all’universalismo marxista multiculturale antigovernativo, si ricrebbe quando apprese dalla prefazione dell’Enciclica “Caritas in veritate” che dice: “La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati”. D’altronde era l’impostazione data dallo stesso Cristo, quando definì senza metafore e a chiare lettere la differenziazione sostanziale tra Chiesa e Stato: “Date a Cesare quel che è di Cesare…”.
Il barbuto Scalfari aveva semplicemente catalogato il Papa con il meschino metro intellettuale politico italiano, dove le parole "amore e pace" significano consociativismo brancaleonesco e pacifismo-bolscevico. Molti intellettual-chic, infatti, non avevano compreso che nella Chiesa di Benedetto si è svolta (iniziata) un’incisiva opera fondamentale di “ri-evangelizzazione”, avendo chiarito che la teologia rimane un vano esercizio dialettico se non viene alimentato dal rapporto con il trascendentale! Scherzando, allora si disse che il Diavolo in persona con le sembianze da giornalista canuto comprese che l’umile azione di un modesto prete vestito di bianco era estremamente centrata contro la de-evangelizzazione devastante, avendo, Egli, bloccato col suo “Relativismo sociale” tutte quelle istanze pensate indispensabili alla vita materialistica dell’uomo e della donna e … di qualcun altro.
Veniamo a Bergoglio: la prima azione fondamentale è stata quella di riportare sull’Osservatore Romano che la “Teologia della Liberazione” attuata in supporto alla guerriglia armata in Sud America è una dottrina fondamentale dell’azione evangelizzatrice cattolica valida in tutto il mondo, svergognando e squalificando senza ritegno alcuno la categorica messa al bando - quasi a livello di “eresia” - effettuata da parte dei precedenti Papi Giovanni Paolo e Benedetto. Certo che il sostegno popolare al nuovo Papa è aumentato! Tutta la politica di sinistra materialista si è vista accreditata di una funzione quasi trascendentale nel populismo e nell’egualitarismo sociale: la Chiesa, essendo “discesa” in piazza, ha parlato di povertà come di un trionfo sociale paritetico; condannando il denaro come “Mammona” che produce in sé iniquità che chiude l’animo alla solidarietà e soprattutto paragonando il becero vetero Marxismo all’odierno liberismo, pone la Chiesa odierna alla stregua di una Onlus dove il sincretismo demagogico crea un Cristianesimo-fai da te, aperto a tutte scuole di pensiero in un contrasto ideologico sconvolgente.
I “Fari” di riferimento che aveva eretto Benedetto “sulla costa della vita quotidiana” ai quali ognuno poteva agganciarsi, per avere una rotta cristiana più sicura - pur restando liberi di disegnare una rotta individuale -, sono stati tutti oscurati da una luminaria eccessiva di stimoli che crea falsi scopi, nascondendo le rocce nascoste. Insomma per far l’inchino di saluto a qualcuno che non è sulla nave, si rischia di naufragare miseramente sui bassi fondali.
Dicendo “popoli affamati di tutto il mondo, venite qui che la nostra carità cristiana vi sorreggerà”, non vuol dire: fare il bene cristiano! Bisogna invece insegnare a produrre tanti soldi per investirli in quelle terre martoriate dai predoni, prospettando magari agli industriali: se andate lì, guadagnerete di più! Non maledire il denaro perché potrebbe favorire gli egoismi. E’ la soluzione liberista che può stravolgere le piccole tragedie locali africane, creando posti di lavori! Non c’è via d’uscita! La Chiesa non deve essere povera tra i poveri solo per non farli sentire soli, ma deve incitare ad essere ricchissimi per investire e creare le possibilità di lavorare e mangiare da uomini liberi e non da emigranti schiavi in mano ai mercanti di carne del 2000.
La sola povertà non è un fine sicuro per guadagnarsi la salvezza. Il vero cristiano effettua la carità con amore, ma augura al mendicante di diventare ricco anche lui, in modo che possa, a sua volta, debellare altra povertà!

Attached Image: due papi

due papi

 
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