Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Ratzinger & Bergoglio: Occasione mancata, Dissidio Sfruttato da Scalfari

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Roberto Pepe
view post Posted on 30/10/2013, 18:53     +1   -1




Ci rendemmo conto già nel 2009 che quel Grande Papa Ratzinger era solo all’inizio della propria opera universale”. L’ateismo di Stato (figlio dell’uomo) era stato vinto: restava quello più subdolo intellettuale e potente (figlio del diavolo) che ispira una costante “involuzione teologica e devangelizzazione mondiale”. Quando nel suo ultimo Concistoro, Benedetto volle che i Cardinali parlassero della nuova evangelizzazione, sollecitando i porporati allo spirito di servizio, richiamandoli tutti all’umiltà, l’allora arcivescovo di Buenos Aires, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, affermò, con una affinità spirituale incredibilmente simile, che i Cardinali non possono essere agenti di una ONG, svolgere una attività, come una ONLUS indipendente, ma sono servitori del Signore, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Il Cardinale deve entrare nella dinamica della differenza dei carismi (cioè quei doni straordinari che lo Spirito Santo trasmette liberamente ai suoi fedeli per il bene comune e non per l'interesse personale) e allo stesso tempo deve guardare all’unità della Chiesa. Un alto prelato che non entri in questa visione propositiva con saggio discernimento, non può essere un vero sacerdote secondo i dettami diramati e sollecitati da Benedetto XVI (Ipse dixit).

Ecco, che quando allora si affermò che, combattendo il “relativismo storico”, Papa Benedetto era solo all’inizio dell’Opera di evangelizzazione -sostenuta dalla necessaria apologetica-, sicuramente non si intendeva riferirsi ad un ciclo temporale legato alla permanenza fisica sul Sacro Soglio di Papa Ratzinger, ma quel programma, bisognava intenderlo spalmato in un arco di tempo indefinibile che doveva proseguire con i successivi Pontefici. Paradossalmente si può affermare che sia stato proprio Papa Ratzinger a produrre la presente “rivoluzione Francesco”! E’ stato Papa Ratzinger che ha creato le basi di una attività ordinaria della Chiesa basata sulla “missione” tra parrocchia e quartiere. Papa Francesco confermava, infatti da parte sua: la Chiesa non può essere più autoreferenziale; chiusa in se stessa, invecchia. L’Opera scritta da Ratzinger pareva che fosse cantata proprio da colui il quale sarebbe stato il suo successore: Bergoglio…

Queste erano le basi sostanziali sulle quali si apriva il Pontificato di Francesco. Il Papa gesuita rappresentava potenzialmente la speranza di una longa manus operativa sul campo, seguendo le linee guida dottrinali della Chiesa ricodificata dal teologo, ideologo, professor Ratzinger… Sembrava un idillio programmato dallo Spirito Santo!
C’è da sottolineare che lo stesso predecessore Papa Vojtyla volle Ratzinger, proprio per la sua alta statura teologica, quale tutore dell’Ortodossia cattolica, alla guida dell’antico Sant’Uffizio, tanto è vero che perfino lo stesso ateo, miscredente giornalista Eugenio Scalfari si accorse delle capacità dogmatiche e profondità di pensiero di Papa Benedetto, tanto che su Repubblica del 5 febbraio 2006 definì in un articolo, a commento dell'enciclica "Deus Caritas est”: “Papa Ratzinger, finissimo teologo”.

Allora? Perché emettere una seconda sentenza punitiva (brutti scherzi della memoria) definendo lo stesso papa Benedetto nella terz’ultima pagina dell’Espresso dell’ottobre 2009: “… modesto teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori”, valutazione esattamente antitetica alla prima? E’ semplicissimo: In un primo tempo, quando Il Grande Papa Benedetto ha parlato di “Amore universale”, Scalfari ha sicuramente pensato all’universalismo marxista multiculturale, all’assemblearismo antigovernativo (magari antiberlusconiano), supportato anche da alcune frange di catto-comunisti d’assalto, mentre, poi la Prefazione della Lettera Enciclica “Caritas in veritate” scritta nel giugno 2009, deve aver stravolto alcune certezze del nostro giornalista. In questo documento, infatti, veniva affermato esplicitamente l’opposto di quanto egli da tempo pensava: “La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati”. Per un cattolico “critico”, la teologia, infatti, se non è alimentata dal rapporto con il trascendentale e se è riferita fondamentalmente alle cose di “questo” mondo, … rimane un vano e sterile esercizio dialettico!
Cosa c’era da meravigliarsi, d’altronde? Lo disse lo stesso Cristo: “Date a Cesare quel che è di Cesare!...”
Quel "timido" ma “grande” Papa Ratzinger, in anticipo sull'esuberante attuale Francesco ha saputo rifondare silenziosamente la Chiesa Cattolica senza mosse populiste, squilli di trombe e fiere di paese. La sua battaglia contro il "relativismo storico" avversato oltre che dai non-cattolici, anche da qualche alto prelato che concepiva il cattolicesimo come un'altra forma di "governo terreno" (vedi balena bianca), era indirizzata a combattere la tendenza di adeguare nel tempo le regole cattoliche snaturate dalle finalità trascendentali, per le esigenze connaturate alla vita contingente terrena. Non a caso Papa Benedetto è stato l'acerrimo nemico di quella forma denominata: “Teologia della liberazione” sudamericana che proprio alcuni gesuiti diffondevano di pari passo con le rivoluzioni marxiste locali. La forma esasperata di sincretismo (per cui se non rubi e non uccidi, tutti sono uguali) stava portando ad una evidente commistione mondiale incontrollata dove le regole compromissorie e le esigenze del mondo laico intaccavano, giorno dopo giorno, i fondamenti della dottrina cattolica, asservendola alle necessità dell’evoluzionismo sociale.
Papa Ratzinger con la propria ferrea presa di posizione, ha bloccato le fughe ideologiche-teologali anche interne, tendenti a conciliare questi aspetti filosofici eterogenei chiarendo che compito della Chiesa è sostanzialmente la salvezza del singolo individuo-uomo nella vita trascendentale: Nel contempo, si sforzò, invece, di riallacciare un dialogo comune tra le varie chiese separate, riaprendo una sostanziale e fattiva collaborazione, tendente ad una riunificazione futura, quantomeno dottrinale, del mondo Cristiano separato. Papa Benedetto ha saputo riportare (fatto eclatante) la Chiesa nel solco del mandato imposto direttamente da Cristo a Pietro.

Francamente "l’abdicazione" di Benedetto e l’entrata frastornante di Francesco, a questo punto, sembrava quasi un’azione predisposta dai due Papi… Uno prendeva il testimone dall’altro (stanco e privo di forza) per continuare quell’opera, apparentemente concordata! Il braccio segue la mente; l’azione: il pensiero!
Sembrava … In realtà dopo pochi giorni si ebbe nettamente la sensazione opposta: sembrava quasi che Benedetto fosse stato costretto da una forza “maggiore” a lasciare il Trono, in quanto non più in grado di opporsi alla nuova linea “relativista”, se non con gravi ripercussioni sul mondo universale cattolico.
Quando così apparve sull’Organo ufficiale della Santa Sede, l’Osservatore Romano, con la firma del “Gesuita” Gustavo Gutierrez, la riabilitazione della “Teologia della liberazione”, si comprese che la chiara condanna emanata dai precedenti Pontefici Giovanni Paolo e Benedetto -per i quali quel movimento sudamericano era quasi eretico, in quanto fonte di ''ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia''-, era, non solo dissolta, ma per il gesuita Francesco, la Teologia della Liberazione si tramutava in “Teologia della storia, dei segni dei tempi, nel solco della cattolicità e a suo servizio, come Teologia della Chiesa e per la Chiesa”. Avallava, in pratica un “evoluzionismo” della dottrina cattolica per una finalizzazione terrena materialistica.
Finalmente Scalfari, da ateo convinto, nel suo incontro con il comico Fabio Fazio su Rai3 afferma chiaramente che questo Papa Francesco gli va proprio bene, perché -oltre al fatto che gli ha telefonato a casa- è “relativista”, (aperto al sincretismo dottrinale) mentre ce l’ha con Papa Benedetto perché egli combatteva il relativismo storico, sinonimo -per la logica sinistrorsa scalfariana- di una mente assolutista, fondamentalista, retrograda: quindi di destra e non aperta alle esigenze dell’umanità!

Papa Francesco va bene agli atei (impegnati di sinistra), perché ha supportato i confratelli gesuiti che supportavano la guerriglia marxista sudamericana, tramutando i preti in una setta segreta rivoluzionaria… va bene inoltre, perché dice: “buonasera”, anziché “Sia lodato Gesù Cristo”,… perché non impartisce la Sacra Benedizione all’udienza, per rispetto dei non-cattolici presenti, …perché odia i ricchi capitalisti e gira con una vecchia auto, … perché si porta la borsa da solo,… perché vuole accogliere tutti i diseredati da tutto il mondo, … perché si domanda chi sia “egli stesso” per condannare un diverso,… mentre Papa Ratzinger pensava solo alla purezza della dottrina cattolica, non permettendo di sporcarla con facili accomodamenti invocati da parte dei laici anti-cristiani, dei benpensanti televisivi, dei circoli intellettual-chic e da parte dei pericolosi atei professoroni, matematici, astrofisici, dottori e … soprattutto: giornalisti…
Ora, infatti, sono costoro i primi sostenitori di questo “simpatico e innovativo” Papa accentratore; sono i grandi media che inquadrano il bambino seduto sul trono papale, (come se un bambino potesse arrivare da solo su quella sedia…) che creano un mito simpatico, popolare che proviene dal’altra parte del mondo…

Mentre Benedetto XVI, assorbito quasi esclusivamente dai propri studi teologici, aveva reso Tarcisio Bertone un vero e proprio "vice Papa", Francesco ha condannato al silenzio la Curia Romana, vista come fonte di antico potere; ha cancellato e cancellerà tutte quelle stravaganti cerimonie con collari e nobiluomini dell’antica Europa coloniale, accentrando, di conseguenza, nelle sue proprie mani tutta la Chiesa… Egli sarà aiutato semplicemente da un “Segretario Papale” notevolmente ridimensionato (da segretario di Stato) ridotto alla sola sfera diplomatica e da un’ alternativa Curia-ONU: un italiano, un cileno, un africano, un indiano, un tedesco, un nord americano, un australiano ed un Honduregno, dove più che premiare l’esperienza, la preparazione, la saggezza del Prelato si è voluto formare una specie di comitato rappresentativo G8 delle diverse culture locali.

Quando Cristo ha formato il gruppo degli apostoli -mi domando-, avrà chiesto loro il Passaporto?

Su una cosa siamo tutti d’accordo: Preghiamo tutti per il Papa Francesco, in quanto, rappresentando egli la Chiesa di adesso, ha bisogno più che mai di una illuminazione divina…
 
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