Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Volontà, Parola e Azione: La Trinità di Dio

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Angeloflove85
icon12  view post Posted on 5/6/2013, 10:20     +1   -1




Sul settimanale Credere. La gioia della fede ho fatto l'incontro con un articolo dedicato all'Arte sacra, in particolare all'icona della santissima Trinità dipinta dal monaco russo Andrej Rublev: definita dalla Chiesa Ortodossa “icona delle icone”. E come scrive l'autore, citando sant'Agostino, “Abramo vide tre Persone e ne adorò una”. Immagine straordinaria della comunione profonda delle tre Persone, legame che è al tempo stesso oggetto di ammirazione e modello di imitazione. Rublev attraverso un lavoro minuzioso che non è possibile cogliere a occhio nudo, essendo necessario un lavoro “clinico” e “scientifico” dell'icona, ripartisce le figure e le linee che tratteggiano i corpi facendone strumento implicito di una rappresentazione velata: il Padre, attraverso il Figlio e con il consenso dello Spirito Santo, decide il sacrificio della Croce. Cercherò secondo le mie capacità di descrivere le varie sequenze del dipinto partendo dalla figura a destra: L'occhio a prima vista scorge una delle tre Persone, ma nella rappresentazione visiva - riportata nell'articolo che mette a fuoco la “geometria” dell'opera – emerge, invece, l'immagine della montagna, quale luogo della rivelazione e del sacrificio. Lo Spirito Santo è rappresentato con un mantello verde, simbolo della vita feconda e rigogliosa, con lo sguardo rivolto in basso verso il calice del sacrificio eucaristico, su cui scende lo stesso Spirito che il ministro di Dio invoca durante la Messa. Il centro della scena è colmato dall'immagine del Figlio, dell'Agnello immolato. L'albero che vediamo superficialmente alle sue spalle, in realtà è collegato alla figura: rappresenta la quercia di Mamre, albero della vita e della croce. La veste rossa simboleggia la divinità di Cristo, mentre il manto azzurro traboccante di pieghe simboleggia la sua umanità: acqua divina che disseta in eterno. Il tempio a sinistra che si scorge appena è un tutt'uno con l'immagine del Padre: emerge in chiara luce lo spessore del Tempio di Iahvé, luogo dell'incontro con Dio, e il colore della sua veste diluita dall'azzurro ricoperto da un mantello lilla simboleggiano l'inaccessibilità di Dio, la sua ineffabilità. Gli occhi del Padre si specchiano negli occhi del Figlio e il Figlio piega lo sguardo, e il capo, verso il Padre: espressione dell'intesa perfetta, dell'obbedienza. Le figure nella loro unità formano un cerchio, immagine della Unità nella Trinità: tre Persone e un solo Dio. Ciascuna Persona regge un bastone del pellegrino, quale scettro del comando. Mentre la base della predella su cui poggiano i piedi realizza un ottagono: “ (…) all'alba dell'ottavo giorno, Cristo risorse dalla morte” (Sant'Ambrogio). Il calice a cui è dedicata la riflessione del pittore rimane invisibile e circoscritta dalle linee che tratteggiano lo spazio all'interno delle figure, mettendo a fuoco le aureole, simbolo di divinità. Partendo dall'interno della figura del Padre occorre segnare una linea immaginaria che scende in basso fino alla predella per poi risalire all'interno della sagoma dello Spirito: Cristo rimane al centro del calice, ovvero il Sacrificio eucaristico. In conclusione l'attenzione si proietta sull'Ultima Cena assumendo i corollari nitidi della raffigurazione del tavolo che rappresenta la mensa, rimandando all'episodio narrato dai Vangeli quando Gesù spezza il pane e offre il vino in segno di riconciliazione (per la nuova ed eterna alleanza), quale Corpo e Sangue di Cristo: La transustanziazione.


Preghiamo: “O voi tutti assetati, venite all'acqua. (…) Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. (…) Così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata” (Isaia 55).

Alleluia!








Edited by Angeloflove85 - 5/6/2013, 11:39
 
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