Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Le radici filosofiche dell’odio nei confronti della Famiglia

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TotusTuus
view post Posted on 18/9/2011, 10:45     +1   -1




Questi tempi vengono culturalmente definiti come tempi postmoderni. Ma cosa è la postmodernità? Per modernità si intende la sostituzione delle certezze religiose con certezze di ordine scientifico o parascientifico. La postmodernità, invece, è la negazione del concetto stesso di “certezza”: non più un ordine valoriale né un centro a cui far riferimento, la prospettiva deve essere policentrica e complessa. Non a caso, oggi, si parla molto di teoria della complessità. Ma attenzione. Questa diversità tra modernità e postmodernità è solo a livello d’identità filosofica, infatti vi è comunque una pretesa comune che le fonda così come comuni sono gli ostacoli che si vorrebbero rimuovere. Tutte e due (modernità e postmodernità) si basano sull’intenzione di rendere l’uomo fondamento di tutto, di liberarlo da qualsiasi vincolo dell’autorità: Dio, prima; la scienza galileiana con i suoi princìpi immutabili, dopo. Tra gli ostacoli da rimuovere tanto nella modernità quanto nella postmodernità vi è stata e vi è la famiglia. Ma perché questa avversione nei confronti della famiglia? Principalmente per quattro motivi.

1.Perché la famiglia si pone come luogo del mistero della vita dell’uomo. Quel mistero che si radica nel limite come realtà costitutiva dell’esistere di ognuno. Nella famiglia si riconosce il bisogno reciproco e si riconosce l’interdipendenza, verità queste che, invece, la pretesa prometeica ed autosufficiente della modernità e della postmodernità hanno voluto dissolvere. L’uomo non avrebbe bisogno di nessuno e di nulla perché lui (l’uomo) sarebbe il tutto. E non importa se questa pretesa autosufficienza naufraghi dinanzi ad un reale che dice tutt’altro, che costringe al bisogno. “In stracarichi tranvai accalcandoci insieme, dimenandoci insieme, insieme barcolliamo. Uguali ci rende una grande stanchezza” canta il poeta Evtusenko pensando al fallimento esistenziale dell’uomo contemporaneo che decide di trovare in se stesso il significato del suo vivere.

2.Perché la famiglia è il luogo dove si realizza la tradizione. Quando la tradizione rimane ad un livello teorico non incide nella società. E’ quando si esprime concretamente che diviene civiltà e comportamenti sociali, che s’incarna e modella la storia. La tradizione diviene questo grazie principalmente alla famiglia: l’insegnamento dei genitori, l’ascolto dei figli…e poi i figli che a loro volta diventano genitori, ecc.

3.Perchè la famiglia è uno dei più importanti luoghi dove si perpetua la convinzione della perennità delle categorie del bene e del male. Detto più semplicemente: la famiglia è il tempio dell’educazione ai valori perenni, di quei valori che non cambiano e che non sono relativizzabili. Nella famiglia il bene è sempre riconoscibile come tale, così il male. Non ci può essere compatibilità tra famiglia e relativismo etico. L’uno esclude l’altro. Se tutto fosse possibile, se il bene si confondesse con il male e il male con il bene, la famiglia si dissolverebbe.

4.Perchè la famiglia è il luogo della persona. Ovvero di quella realtà individuale e razionale che si pone liberamente e protagonisticamente nel divenire dell’esistenza e dell’esistente, cioè all’interno della sua vita e di ciò che lo circonda. L’interdipendenza e il reciproco bisogno (elementi su cui si fonda la famiglia) sono i segni evidenti che la famiglia stessa non può basarsi su un’antropologia in cui l’uomo è visto come momento transitorio del divenire, come onda sulla superficie del mare del mare destinata a scomparire, ma sull’antropologia classica: l’uomo come rationalis naturae individua substantia, cioè come persona. La famiglia non è un magma informe ma un insieme di individualità umane unite nell’affetto parentale.

Quest’ultimo motivo può sembrare un po’ astratto, eppure, soprattutto oggi, è importante ribadirlo. C’è chi ha indicato la cultura contemporanea come una cultura sostanzialmente gnostica. La gnosi si fonda sulla convinzione che l’uomo sia una sorta di “scintilla” che momentaneamente si sarebbe separata da un divino impersonale. Ciò vuol dire che la corporeità dell’uomo e quindi la sua individualità sarebbero o pure illusioni o “prigioni” da cui doversi liberare al più presto. L’essenza prometeica tanto della modernità quanto della postmodernità troverebbero proprio nella gnosi la loro ragion d’essere. Non a caso in un pensiero postmoderno come quello di Marcuse s’inneggia al dissolvimento dell’io: l’uomo deve rinnegare e dissolvere i limiti della sua creaturalità. Ecco perché oggi –anzi, oggi più di ieri!- l’odio nei confronti della famiglia. Luogo di significato, di verità e di bisogno. Luogo di limite, di umiltà e di riconoscimento di un giudizio al di sopra di sé.

Dott. Corrado Gnerre

 
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Nottolone
view post Posted on 30/9/2011, 17:10     +1   -1




Ma questo odio ,immagino di matrice ideologica da dove arriverebbe?
io personalmente assisto ad un ritorno della Famiglia nella sua interpretazione meno nobile però,quasi un Clan.
Ovvero la famiglia intesa come branco animale nel quale al difuori di essa c'é il nemico o l'antagonista.
Ma non me la sento di dire che non venga percepita ,la Famiglia.
E' una Famiglia devitalizzata da alcuni dei suoi valori fondamentali questo si.
 
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Lacerbo
view post Posted on 5/10/2011, 16:49     +1   -1




Questo odio deriva -come intuisci- dall'ideologia dominante, che è intrisa di relativismo e statalismo. La famiglia è odiata perché è un'istituzione naturale ovvero un insieme di regole e principi che non trae origine e legittimazione nell'opinione soggettiva (come vorrebbero i relativisti) né nel diritto positivo (come vorrebbero gli statalisti), bensì nell'ordine della creazione.
 
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Nottolone
view post Posted on 5/10/2011, 18:41     +1   -1




Concordo su tutto ,a parte circa lo statalismo ,perché lo Stato non mi e 'mai parso contro la Famiglia ,anzi.
 
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Lacerbo
view post Posted on 5/10/2011, 19:49     +1   -1




Forse non ti è parso contro la famiglia perché non hai considerato che la storia dello stato moderno è un continuo susseguirsi di sottrazioni di prerogative naturalmente famigliari quali l'istruzione dei figli, l'assistenza degli anziani, la cura degli infermi, l'aiuto agli indigenti e così via.
 
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wise
view post Posted on 6/10/2011, 08:23     +1   -1




Mi sa che confondi stato e società
 
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Nottolone
view post Posted on 6/10/2011, 08:37     +1   -1




Probabilmente.Lo Stato e 'un istituzione che per concetto protegge l'individuo e la Famiglia.Quelo che poi sono la Societa e gli effetti della politica su di essa e' un altro paio di maniche.Ad ora per esempio abbiamo avuto delle privatizzazioni ma questo e' andato a remare contro le singole regioni e ha avuto ripercussioni sulle fasce più deboli ,compresi i disabili eccetera.
 
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Lacerbo
view post Posted on 6/10/2011, 08:38     +1   -1




No, affatto. La società è costituita DA famiglie e altri corpi intermedi. Lo stato è costituito CONTRO famiglie e altri corpi intermedi. Infatti la società è sempre esistita, lo stato invece no: è un'invenzione tutta moderna, nata dalle ceneri di Westfalia con la fine della poliarchia e l'accentramento della sovranità nelle mani del monarca prima e del parlamento poi.
 
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Nottolone
view post Posted on 6/10/2011, 08:49     +1   -1




Senza offesa ,ma proprio non mi risulta.
 
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Lacerbo
view post Posted on 6/10/2011, 09:16     +1   -1




Se ti soffermassi su cosa ha significato per le famiglie la leva obbligatoria (nata con lo stato moderno e prima impensabile) è probabile che ti risulterebbe. Lo stesso accadrebbe se considerassi le conseguenze dell'istruzione pubblica obbligatoria, dell'industrializzazione forzata di stato, e dell'espropriazione dei beni ecclesiastici. Medita sulle ragioni dei fenomeni migratori. E ti ritroverai davanti lo stato, ovvero quella macchina da guerra e tasse che ha cercato fin dalle sue origini settecentesche di scardinare l'ordine naturale per sostituirlo con quello dei governanti.
 
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Nottolone
view post Posted on 6/10/2011, 09:44     +1   -1




Lo stato e' conseguenza della Democrazia e poi in definitiva cosa anteporresti allo Stato?.(fermo restando che i tentativi di privatizzare da parte di una classe politica che sembrerebbe avere le tue simpatie ha portato a visibili tagli alla sanità ed alle classi minoritarie.
Veramente lo Stato ha garantito quelle prerogative che tu dici negate e le ha garantite per tutti.
 
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Dominicus OP
view post Posted on 6/10/2011, 10:28     +1   -1




Sbagliato, lo Stato viene prima della democrazia... La democrazia è solo uno strumento, un metodo per prendere le decisioni. Non sempre è il metodo migliore.
 
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Lacerbo
view post Posted on 6/10/2011, 11:06     +1   -1




Esattamente. Lo Stato viene prima della democrazia e dopo la società, che c'è da sempre. Lo stato precede la democrazia di almeno un secolo (all'incirca quello che separa la fine della guerra dei trent'anni e la rivoluzione francese: 1648-1789), ma non è l'unica forma di convivenza civile. Nel medioevo cristiano lo stato ad esempio non c'è ancora e il potere non è accentrato ma è disperso fra impero, Chiesa e corpi intermedi. Sicché -per tornare al nostro argomento di partenza- la famiglia prospera e non è schiacciata come oggi dal peso burocratico, fiscale e ideologico dello stato.
 
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Nottolone
view post Posted on 6/10/2011, 11:09     +1   -1




La Democrazia ci e 'invidiata ed e 'da esempio in tutti i paesi civili e in quelli che si stanno affacciando ad una consapevolezza liberandosi dal giogo di ex dittaure catastrofiche.
Quale sarebbe l'alternativa?

Nel Medioevo la famiglia non solo non prosperava ma le classi sociali erano rigidamente chiuse.Se nascevi figlio di un contadino ad esempio non potevi emanciparti.Inoltre lo spargesi di piccoli poteri localizzati non garantiva eguale giustizia.Erano altri tempi e non si possono paragonare ai nostri.
 
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Dominicus OP
view post Posted on 6/10/2011, 11:51     +1   -1




I paesi non democratici non ci invidiano la democrazia, ma la poco virtuosa ricchezza. Hai una visione ideologgizzata della democrazia... Le dittature non necessariamente sono nemiche della democrazia e viceversa. Hitler diventò cancelliere per mezzo di una libera elezione democratica... Anche le Rivoluzioni da quella francese in poi sono state "democratiche".

In realtà, lo Stato in sé non sarebbe un male, anzi... Purtroppo negli Stati moderni dell'Europa continentale, ha assunto delle funzioni che vogliono espropriare la famiglia di alcune prerogative sue specifiche, per esempio l'educazione dei figli... Così oggi la scuola pubblica, con la scusa dello Stato aconfessionale, è diventata anche scuola di relativismo... Nei tempi medio lunghi questa situazione può evolversi in una vera e propria ideologia del più forte che è dittatura.

In questo modo, la formazione tenderebbe a rassomigliare sempre più a quella spartana del legislatore Licurgo... Non c'è da meravigliarsi se con questo piatto condito di relativismo si possa di nuovo praticare l'eugenetica, cioé la politica di infanticidio selettivo praticata da Sparta... Gli ingredienti ci sono tutti! Basta guardare un palmo al di là del proprio naso!
 
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60 replies since 18/9/2011, 10:45   851 views
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