Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Lev Tolstoj: L'ideale indicato da Cristo

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Angeloflove85
icon12  view post Posted on 13/6/2011, 13:35     +1   -1




Avete presente quando un libro vi chiama? Così è stato per i Tre romanzi brevi di Tolstoj. Girovagando tra gli scaffali della libreria, come una bambina in cerca di un tesoro misterioso, lo sguardo si è posato alla mia sinistra, in basso, su una copertina in cui è raffigurato un uomo dall'aria austera e una lunga barba grigia; un volto segnato dal tempo e dall'esperienza. Ed è come se gli occhi blu, inanimatamente coscienti, dicessero: prendi me! E così ho fatto! Mi sono innamorata dello stile e, soprattutto, della schiettezza di quest'uomo che per tutta la sua vita ha cercato, ogni istante e in ogni avvenimento, solamente Cristo. L'esistenza di chi orienta la sua vita alla ricerca della verità, e, si sa, la verità a volte può essere sconveniente per il nostro modo di ragionare e di pensare l'esistenza, la società, le relazioni e il mondo.


(...) Tale convinzione è diventata così generalizzata e radicata che i genitori stessi, dietro consiglio dei medici, promuovono la corruzione dei loro figlioli; i governi, il cui unico scopo è quello di preoccuparsi del benessere morale dei cittadini, sostengono la corruzione, cioè regolamentano tutta quella serie di donne che sono costrette a morire fisicamente e spiritualmente per soddisfare i bisogni fittizi degli uomini, mentre gli scapoli si danno alla perversione con la coscienza completamente tranquilla. E dunque volevo dire che tutto ciò non va bene, perchè non è ammissibile che per la salute di alcune persone sia necessario annientare il corpo e lo spirito di altre, così come non sarebbe ammissibile bere il sangue di alcune persone per la salute di altre. (...) E per non abbandonarvisi è necessario, in primo luogo, non credere a insegnamenti immorali, da qualsivoglia falsa scienza siano sostenuti, e, in secondo luogo, rendersi conto che siffatti rapporti sessuali, ne quali gli uomini o cercano di liberarsi delle possibili conseguenze, cioè, i figli, oppure scaricano tutto il loro peso sulla donna, oppure ancora impediscono il concepimento dei figli; capire che tali rapporti sessuali rappresentano un crimine contro le esigenze più semplici della morale, sono un atto di vigliaccheria, e che, dunque, gli scapoli, che non vogliono vivere in modo abietto, non vi si debbono abbandonare.
Per astenersi da tali pratiche peccaminose, è necessario che, oltre a condurre uno stile di vita naturale: non bere, non rimpinzarsi, non mangiare carne e non evitare la fatica, non ammetta neanche nei pensieri la possibilità di avere rapporti con donne altrui, così come nessun uomo concepisce tale possibilità fra sé e la propria madre, le proprie sorelle, i propri parenti e le mogli degli amici.
Ogni uomo troverà intorno a sé centinaia di prove che l'astinenza non solo è possibile ma anche meno pericolosa e dannosa per la salute della smodatezza.

(...) La castità non è una regola né un precetto, ma un ideale o, piuttosto, una delle condizioni dell'ideale. Un ideale è tale quando si può realizzare solamente in un'idea, in un pensiero, quando risulta raggiungibile solo nell'infinito e quando, perciò, la possibilità di avvicinarsi è per l'appunto infinita. Se l'ideale non solo potesse essere raggiunto, ma potessimo figurarci la sua realizzazione, smetterebbe di essere un ideale. Così è l'ideale di Cristo: instaurare il regno di Dio sulla terra, l'ideale già predetto dai profeti, secondo cui arriverà il tempo in cui gli uomini verranno catechizzati da Dio, riforgeranno le spade in aratri, le lance in falci, il leone giacerà con l'agnello e tutti gli esseri viventi saranno uniti nell'amore.
Infatti, il senso della vita dell'uomo sta proprio nel dirigersi verso questo ideale, e perciò l'aspirare all'ideale cristiano nella sua totalità, quindi anche alla castità quale condizione di tale ideale, non solo non esclude la possibilità di vita, ma, al contrario, l'assenza dell'ideale cristiano annullerebbe l'evoluzione e, di conseguenza, la possibilità di vita.

(...) L'uomo che segue la legge esteriore è come una persona che si trova sotto la luce di una lanterna appesa a un palo: sta sotto la luce di quella lanterna, è chiaro, ma non può andare da nessuna parte.
L'uomo che segue l'insegnamento di Cristo è simile a chi porta una lanterna davanti a sé, fissata a un sostegno più o meno lungo: la luce lo precede sempre e lo sprona a seguirla e continuamente apre davanti a lui spazi nuovi che lo attraggano.
Il fariseo ringrazia Dio per aver realizzato tutti gli insegnamenti. Anche un ragazzo ricco ha osservato tutti i precetti fin dall'infanzia e non capisce cosa gli possa mancare. E ambedue non potrebbero ragionare diversamente: davanti a loro non c'è quello a cui potrebbero continuare a tendere. Data la desjatina, rispettato il sabato, onorati i genitori, nessun adulterio, né furto, né omicidio. Cos'altro c'è? Per chi osserva l'insegnamento cristiano, il raggiungimento di un certo grado di perfezione stimola il desiderio di accedere al livello superiore, dal quale se ne scorge uno ancora più alto, e così all'infinito.

(...) Chi professa la dottrina di Cristo è in uno stato di tormento: si sente sempre imperfetto, non vede dietro di sé il cammino percorso, ma vede sempre, davanti a sé, il cammino da percorrere.

(...) Proprio in ciò sta la differenza tra la dottrina di Cristo e tutte le altre varie religioni, differenza che si estrinseca non in esigenze differenti, ma in un diverso modo di guidare gli uomini.

(...) L'ideale cristiano è l'amore per Dio e per il prossimo, è la rinunzia a se stessi per servire Dio e il prossimo.

(...) Nel Vangelo è detto in modo chiaro, e senza alcuna possibilità di erronea interpretazione, in primo luogo, che l'uomo sposato non deve divorziare dalla moglie per prenderne un'altra, ma deve invece vivere con colei con cui si era legato (Matteo, V, 31-32; XIX, 8); in secondo luogo, che è peccato per l'uomo in generale, e, quindi, sia sposato che non, guardare la donna come oggetto di desiderio (Matteo, V, 28-29); e, in terzo luogo, che è meglio che l'uomo non sposato non si sposi affatta, quindi, che rimanga assolutamente casto (Matteo, XIX, 10-12).

(,,,) "L'uomo giovane e passionale all'inizio si appassionerà a quest'ideale, ma non resisterà, se ne staccherà e, non conoscendo né riconoscendo alcuna regola, cadrà nella dissolutezza totale!". Così si ragiona di solito. "L'ideale di Cristo non è raggiungibile, pertanto, non può servirci quale guida per la vita e, perciò, bisogna accantonarlo. Non abbiamo bisogno di un ideale, ma di regole, di una guida, che sia alla portata delle nostre forze, al livello medio delle forze morali della nostra società: un onesto matrimonio religioso, o anche non del tutto onesto, nel quale uno dei componenti, come da noi l'uomo, ha avuto relazioni con molte donne; oppure anche solo un matrimonio con la possibilità di divorzio, oppure anche solo un matrimonio civile, oppure (proseguendo per questa strada) un matrimonio giapponese a termine, e perchè non arrivare alle case di tolleranza?".

(...) In ciò sta la disgrazia: una volta che ci si è consentito di subordinare l'ideale alla propria debolezza, non si riesce a trovare il limite al quale occorre fermarsi.

(...) Questo ragionamento, tuttavia è sbagliato fin dall'inizio: prima di tutto è sbagliato dire che l'ideale di perfezione infinita non possa rappresentare una guida per la vita e che si debba lasciarlo perdere, dopo aver concluso che non ci è utile, poiché non lo raggiungeremmo mai, oppure che si debba abbassarlo al livello in cui vuole trovarsi la nostra debolezza.
Un tale ragionamento equivale a quello di un navigante che, non riuscendo a tenere la rotta che gli mostra la bussola, la getti o smetta di guardarla, cioè abbandoni l'ideale, oppure registri l'ago della bussola sul punto che corrisponde in quel momento alla rotta del suo bastimento, cioè assoggetti l'ideale alla sua debolezza.

L'ideale di perfezione, indicato da Cristo, non è né un sogno né un oggetto di prediche retoriche, ma la più indispensabile e accessibile guida sul comportamento morale degli uomini, così come la bussola è uno strumento indispensabile e accessibile per guidare il navigante; bisogna solo credere tanto nell'uno che nell'altro.

In qualunque situazione l'uomo si trovi, gli sarà sufficiente l'insegnamento dell'ideale, indicato da Cristo, per desumere l'indicazione più corretta sulle azioni che deve e non deve compiere

(...) Datevi solamente come ideale la castità, considerate che la caduta di chiunque con chiunque rappresenta l'unico indissolubile matrimonio per tutta la vita: allora diventerà chiaro che la guida dateci da Cristo non solo è sufficiente ma anche la sola possibile.

(...) Una volta conosciuto l'insegnamento cristiano dell'ideale, non si può fingere di non conoscerlo e sostituirlo con precetti esteriori. L'insegnamento cristiano dell'ideale è aperto all'umanità affinché possa guidare l'era attuale. L'umanità ha già vissuto il periodo dei precetti religiosi esteriori, e nessuno vi crede più.

L'insegnamento cristiano dell'ideale è l'unica dottrina che possa guidare l'umanità. Non si può, non si deve sostituire l'ideale di Cristo con regole esteriori, ma occorre tenerlo saldo davanti a sé in tutta la sua purezza e, soprattutto, credervi.

Tratto da Sonata a Kreutzer
 
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