Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Il grande Matematico

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Angeloflove85
icon12  view post Posted on 27/1/2011, 15:07     +1   -1





La bellezza come proporzione e armonia


Si potrebbe pensare che gioca in questa disattenzione la svalutazione della corporeità in favore della Bellezza spirituale. Naturalmente non è estranea al mondo medievale maturo una valutazione del corpo umano come prodigio della Creazione, come si trova in un testo di Tommaso d'Aquino.
Tuttavia accade maggiormente che, per definire la Bellezza morale, siano usati criteri pitagorico-proporzionali, come accade nella simbologia dell'homo quadratus. La cultura medievale partiva da una idea di origine platonica (che peraltro si stava sviluppando contemporaneamente anche nell'ambito della mistica ebraica) per cui il mondo è come un grande animale e quindi come un essere umano, e l'essere umano è come il mondo, ovvero il cosmo è un grande uomo e l'uomo è un piccolo cosmo.
Nasceva così la teoria detta dell'homo quadratus in cui il numero, principio dell'universo, viene ad assumere significati simbolici, fondati su serie di corrispondenze numeriche che sono anche corrispondenze estetiche.
Gli antichi infatti ragionavano in questo modo: come è nella natura così deve essere nell'arte: ma la natura in molti casi si divide in quattro parti.
Il numero quattro diviene un numero perno e risolutore. Quattro sono i punti cardinali, i venti principali, le fasi della luna, le stagioni, quattro il numero costitutivo del tetraedro timaico del fuoco. E quattro sarà, come insegnava Vitruvio, il numero dell'uomo, poichè la larghezza dell'uomo a braccia aperte spalancate corrisponderà alla sua altezza dando così la base e l'altezza di un quadrato ideale.
Quattro sarà il numero della perfezione morale, così che tetragono sarà detto l'uomo moralmente agguerrito. Ma l'uomo quadrato sarà insieme anche l'uomo pentagonale, perchè anche il cinque è un numero pieno di arcane corrispondenze e la pentade è un'entità che simboleggia la perfezione mistica e la perfezione estetica.
Cinque è il numero circolare che moltiplicato torna continuamente su di sé (5 x 5 = 25 x 5 = 125 x 5 = 625 ecc.).
Cinque sono le essenze delle cose, le zone elementari, i generi viventi (uccelli, pesci, piante, animali, uomini); la pentade è matrice costruttrice di Dio e la si rinviene anche nelle Scritture (il Pentateuco, le cinque piaghe del Signore); a maggior ragione la si rinviene nell'uomo, inscrivibile in un cerchio di cui centro è l'ombelico, mentre il perimetro formato dalle linee rette che uniscono le varie estremità dà la figura di un pentagono.
La mistica Santa Ildegarda di Bigen (con la sua concezione dell'anima symphonizans) si basa sulla simbologia delle proporzioni e sul fascino misterioso della pentade. Nel XII secolo, Ugo di San Vittore afferma che corpo e anima riflettono la perfezione della Bellezza divina, l'uno fondandosi sulla cifra pari, imperfetta e instabile, la seconda sulla cifra dispari, determinata e perfetta; e la vita spirituale si basa su una dialettica matematica fondata sulla perfezione della decade.
Tuttavia basta paragonare gli studi sulle proporzioni del corpo in un artista medievale come Villard de Honnecourt con quelle di artisti come Leonardo e Durer, e si vede quale sia stato il peso della riflessione matematica più matura dei teorici dell'Umanesimo e del Rinascimento.
In Durer le proporzioni del corpo sono fondate su moduli matematici rigorosi. Quindi si parlava di proporzione sia ai tempi di Villard che a quelli di Durer, ma è evidente che è mutato il rigore del calcolo e che il modello ideale degli artisti rinascimentali non è la nozione filosofica di proporzione medievale piuttosto quella incarnata dal Canone di Policleto.

Tratto da Storia della Bellezza a cura di Umberto Eco
 
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