Sei iscritto a una o più associazioni?

L’Italia continua ad essere un paese povero di risorse associative. Dalle rilevazioni dell’Istituto IARD emerge che, tra il 1992 e il 2004, il numero di non associati/e è passato dal 48,8 % al 64,7 %; nel 2004 i monoassociati si attestano al 19,4 %, mentre i multiassociati al 15,9 %; in sintesi, un italiano su tre partecipa attivamente a associazioni o gruppi. Le adesioni si distribuiscono in questo modo: associazioni sportive (11,6 %); gruppi parrocchiali (7,3 %); associazioni culturali (5,7 %); di volontariato (5,2 %); associazioni-movimenti religiosi (4,5 %). Incontrano invece scarso favore i partiti politici (3 %), i sindacati, i centri sociali, le associazioni ambientaliste e quelle di difesa dei diritti umani (< 2 %). Si nota, pertanto, un prevalere della fruizione culturale, ricreativa e sportiva. Dai dati emerge un maggiore attivismo associativo dei ragazzi più che delle ragazze; di chi studia e/o lavora rispetto agli inoccupati; di chi segue l’intero percorso scolastico rispetto a chi lo arresta alle prime tappe; dei giovani provenienti da una famiglia di classe sociale superiore rispetto a chi proviene dalla classe operaia; di chi risiede al Nord. L’immagine che viene fuori è di una società nella quale le risorse tendono a cumularsi, a vantaggio sempre delle stesse categorie di persone.