Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Il creato, opera della provvidenza e della ragione

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TotusTuus
view post Posted on 21/11/2006, 19:55     +1   -1




Il creato, opera della provvidenza e della ragione: Commento ad Isaia di San Girolamo



Quello che Dio ha creato è in sé compiuto, per la sua sapienza e la sua intelligenza. È falsa l'opinione di alcuni filosofi, che tutto sia cominciato per caso, senza provvidenza alcuna: tutto ciò che è casuale non manifesta né ordine, né piano. Ciò invece che si richiama necessariamente all'arte costruttrice rivelantesi in tutte le cose, dà chiara testimonianza, se ben lo si considera, della sapienza di quell'artefice che agiva non solo quando produceva il mondo, ma anche quando nel suo intimo ne preparava il piano. Per questo da tutto il creato risplende a noi la sapienza di Dio. Nulla di ciò che è stato creato, è stato fatto senza motivo e senza fine utile; il fine utile, poi, ha in se stesso la sua bellezza, e la bellezza viene esaltata dal fine utile. L'unica materia degli elementi assume diverse forme, per illustrare in mille modi la preveggenza divina.

Anche il salmista aveva davanti agli occhi questa verità quando, iniziando la lode a Dio, diceva: Magnifiche sono le tue opere, e io le conosco molto ( Sal 138,14), e il profeta con lui concorda dicendo: Io ho considerato le tue opere e mi sono spaventato ( Ab 3,2 secondo i LXX). Anche la frase della Scrittura: Ecco: tutto era molto buono ( Gen 1,31) ci spinge ad ammettere che il creato non deve la sua origine al caso, perché tutto è stato fatto secondo il sapiente piano di Dio; per questo si rivelano ovunque magnificenza, bellezza e stupenda armonia, nonostante la diversità di tutte le creature. Un santo profeta dice: I cieli narrano la gloria di Dio ( Sal 18,2): non certo che i cieli muovano bocca, lingua e trachea per parlare, ma con la loro armonia e con il loro eterno servizio annunciano la volontà del Creatore. Riflettendo, infatti, dalla grandezza e dalla bellezza delle cose create noi possiamo riconoscerne l'autore: il Dio invisibile si manifesta, fin dalla creazione del mondo, nelle cose create.

Noi dunque non possiamo sapere ciò che Dio è; ma che egli esiste, noi lo sappiamo, - non per le nostre forze ma per la sua misericordia, - considerando nelle sue opere la sapienza del creatore. Di fronte a una nave o a un edificio, non pensiamo noi forse al costruttore o all'architetto, dato che dalle opere noi deduciamo la corrispondente perizia costruttrice? Davanti a tutte le cose realizzabili solo ad opera della ragione, noi ci appelliamo a una mente, anche se non la vediamo. Così Dio è conosciuto nel suo creato e in un certo senso, esce dalla sua invisibilità. Né i cieli, infatti, né i serafini o tutte le altre creature possono coprire Dio o renderlo invisibile. Egli è in tutte le cose e in tutti i luoghi; è al di sopra di tutte le cose e compenetra tutto il mondo visibile e invisibile; egli regge e contiene tutto; egli non passa da luogo in luogo, ma comprende tutto nello stesso modo con la sua mente. In questa vi è la spiegazione perché la massa della terra, rassodata dalla sua volontà, si scuota di nuovo al suo cenno, tanto da riempir d'angoscia i cuori mortali, bisognosi di correzione. In essa vi è la spiegazione perché il mare si dilati quando le acque rompono i loro vincoli, e poi i flutti si infrangano nella risacca e si fermino, quando giungono ai confini da lui stabiliti. E anche perché l'anno si divida in quattro stagioni, perché nel susseguirsi di questi periodi, in seguito ai mutamenti climatici, i semi crescano, i germogli si nutrano giungendo a maturità sotto il raggio del sole. Dio illumina con la sua luce anche le creature intelligenti e invisibili, perché esse restino sempre nel suo amore e non inclinino mai verso i beni terreni.

da Commento ad Isaia , VI, 1-7, tr. it. di Guglielmo Corti in La teologia dei Padri , Città Nuova, Roma 1981, vol. I, pp. 63-64
 
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Angeloflove85
icon12  view post Posted on 23/7/2013, 18:41     +1   -1




Quest'articolo è di una profondità indicibile, soprattutto quando afferma che:
CITAZIONE
L'unica materia degli elementi assume diverse forme, per illustrare in mille modi la preveggenza divina.

Mi ha sempre commossa la riflessione sull'analogia della materia in tutte le cose e degli elementi che compenetrano ogni essere vivente animato e inanimato. Nella vita risplende la sapienza divina a tal punto da essere definita come "soffio" a significare la perfezione e l'armonia che riposano, anche, semplicemente, nel respiro. Alla luce del suddetto commento vorrei ricordare le parole del salmista quando dice che "l'uomo è stato creato poco meno di un angelo" e questa magnificenza umana è nella mente, nel cuore (centro delle emozioni e dei pensieri sottili) e nell'azione. La comunione della Trinità è nell'uomo. Nella Genesi leggiamo che di ciascuna creazione, nella Creazione, Dio dice che è "cosa buona" e si compiace dell'opera. Questo compiacimento di Dio mi induce ad aver speranza e fede nella sua Provvidenza ineffabile. Lo Spirito Santo è sottile - umile - e nel suo intervento è naturale. La delicatezza con la quale Dio opera è un altro punto sul quale si potrebbe meditare: La contrizione del cuore generata dalla conversione. E c'è da aggiungere che nell'armonia abbiamo il sentore della pace e della quiete della Sua sfera intima. Impressionante è la Creazione, ma ancora più grande è l'essere stati pensiero nutrito nell'abisso della Sua profondità. Essere generati dall'Amore nel suo stato più sublime e puro.
 
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madamemiriam
view post Posted on 16/10/2013, 08:26     +1   -1




Io penso della provvidenza
 
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Vanessa Dylan
view post Posted on 30/12/2013, 12:40     +1   -1




Non molto tempo fa sposavo fermamente il monismo neoplatonico.
Ma poi mi sono chiesta: come può un Dio onnipotente essere causa non solo del bene ma anche di tutte le cose aberranti che infestano questo universo?
I problemi della teodicea sono insormontabili se si pensa a un Dio causa di TUTTO.
Come si potrebbe rispondere allora alla celeberrima frase di Epicuro:
<<la divinità o vuol togliere i mali e non può o può e non vuole o non vuole né può o vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; e la divinità non può esserlo. Se può e non vuole è invidiosa, e la divinità non può esserlo. Se non vuole e non può, è invidiosa e impotente, quindi non è la divinità. Se vuole e può (che è la sola cosa che le è conforme), donde viene l'esistenza dei mali e perché non li toglie>>.
Di solito l'argomentazione principale è che noi siamo troppo piccoli per comprendere gli incommensurabili piani del Dio Onnipotente, ma se si pensa per esempio all'Olocausto o a un bimbo malato di cancro, la spiegazione può davvero reggere? Non sarebbe più facile e logico pensare che questa dimensione sia marcia fin dall'origine?
La concezione plotiniana (ripresa poi da Sant'Agostino) della progressiva diminuzione di Bene e dell'insostanzialità del Male, crea più problemi di quanti ne vorrebbe risolvere.
Ammettendo tale posizione allora il male deve necessariamente essere contenuto in nuce in Dio stesso, ma se Egli è l'essere perfettissimo come lo si spiega?
O non è perfetto (e allora non è Dio) o non è onnipotente perché la nostra è una dimensione aliena dominata dal Male ed Egli è uno Straniero.
A mio avviso, il più grande peccato del pensiero greco e delle Chiese di credo niceno, è proprio quello di non aver saputo riconoscere l'evidenza e l'eccedenza del Male quale principio attivo onnipresente e in gran parte incontrastabile, su cui né gli sforzi umani né le preghiere possono nulla.
Dio e' creatore soltanto dei mondi spirituali, la materia e' sterco e la provvidenza in questa dimensione e' solo quella del demonio.
 
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Kajetan
view post Posted on 4/1/2014, 08:49     +1   -1




Non è più facile pensare che il libero arbitrio ci abbia portato a queste condizioni? L'argomento "Olocausto" è la morte della logica (altro che teodicea!), perché è stato causato dagli UOMINI. Dio ha creato tutto, ma ci ha lasciati LIBERI...
 
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4 replies since 21/11/2006, 19:55   126 views
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