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| Salve (primo post in questo forum)
Sono "incappato", nei miei studi, nella cosiddetta "protologia" ideata da Gustavo Bontadini, filosofo e professore del secolo scorso (maestro, tra gli altri, di Emanuele Severino) tramite la quale, secondo Bontadini, si giunge ad affermare necessariamente l'esistenza di Dio.
Bontadini a grandi linee, riprende in mano il discorso parmenideo e sostiene che non esista una soluzione al problema logico da lui posto, lo stesso Aristotele con i concetti di atto e potenza, non fa altro che spostare il problema della contraddittorieta' essere/non-essere su un altro piano.
Nota quindi l'esistenza di due cosiddetti "protocolli", un protocollo "logico" e uno "reale" che sono all'apparenza contraddittori: il primo sostiene l'impossibilita' del divenire (in quanto implicherebbe necessariamente il passaggio tra essere e non essere) e il secondo coglie l'evidenza del divenire stesso.
Per Bontadini l'unico modo per risolvere questa contraddizione e' accettare l'imperfezione dello sguardo umano sulla realta' e sostenere che deve esistere un ente per il quale tutto e' effettivamente immobile e fuori dal tempo, questo e' cio' che Padre Barzaghi chiama "Lo sguardo di Dio": per Dio non esiste mutazione, Egli ha nel suo sguardo l'intera esistenza dell'intera realta' contemporaneamente, OGNI SINGOLO evento che accade nella realta' e' "fotografato" e mantenuto nell'eternita'.
In questo modo, secondo Bontadini, si superano le difficolta' poste da Parmenide e si giunge ad altre conclusioni interessanti.
L'ho detta un po' tirando via, pero' non credo sia una teoria conosciuta, in ambito filosofico domenicano e' ben giudicata, qualcuno la conosce? Anche se negativamente..
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