Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Il limbo

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Francesco1985
view post Posted on 27/9/2006, 09:09     +1   -1




Pero' escludete un particolare non insignificante. Al di la' di queste regole è poi Dio che ha l'ultima parola sul destino di una persona e decide dove questa deve andare.
Ricordatevelo. Perchè lui conosce cose che noi non conosciamo e la sua sapienza e la sua giustizia cosi' come la sua misericordia sono infinite. Altrimenti riducete il giudizio di Dio ad una specie di giudizio di un giudice terreno che applica il diritto penale....una prospettiva estremamente riduttiva.
Con questo non voglio sminuire il valore delle regole ma solo dire che Dio giudica comunque secondo equita' e non secondo un rigido formalismo.
 
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Defensor Hominum
view post Posted on 27/9/2006, 11:28     +1   -1




Caro Francesco, hai ragione.

Il problema è che noi, esseri finiti, questà equità "divina" non possiamo averla.
Quindi dobbiamo seguire delle regole...
 
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Francesco1985
view post Posted on 27/9/2006, 11:36     +1   -1




CITAZIONE (Defensor Hominum @ 27/9/2006, 12:28)
Caro Francesco, hai ragione.

Il problema è che noi, esseri finiti, questà equità "divina" non possiamo averla.
Quindi dobbiamo seguire delle regole...

infatti non ho detto di non seguirle. Ho detto pero' che potrebbe esserci piu' di una sorpresa di fronte a lui, di gente che si credeva salva per aver rispettato certe regole e va giu' e di gente che si credeva spacciata e invece....
 
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Defensor Hominum
view post Posted on 27/9/2006, 11:42     +1   -1




Si si... Questo è vero!

Il Cattolico però ha una "certezza": affidarsi alla Chiesa.

Infatti si diceva a subitanea et improvvisa morte libera nos, Domine

Il Cattolico che muore "fra le braccia" di Santa Romana Chiesa ha la CERTEZZA di andare in Paradiso.
Certezza che gli viene dalle parole di Cristo agli Apostoli.
 
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Imerio
view post Posted on 27/9/2006, 14:59     +1   -1




CITAZIONE (Francesco1985 @ 27/9/2006, 12:36)
potrebbe esserci piu' di una sorpresa di fronte a lui, di gente che si credeva salva per aver rispettato certe regole e va giu' e di gente che si credeva spacciata e invece....

Circa la seconda delle Sue ipotesi, concordo con Lei, avrei, invece, qualche dubbio ad accogliere la prima.

Se, come dice Lei, «certe regole» sono state seguite con animo sincero, non si dovrebbe nutrire alcun dubbio circa la possibilità di Salvezza; altrimenti, si dovrebbe pensare non ad un Buon Padre, ma, bensì, ad un Dio malevolo e capriccioso che sadicamente si diverta a lasciare perseverare nell'errore, per tutta l'esistenza terrena, i meno spiritualmente od intellettualmente dotati fra i Suoi figli ...

Come giustamente ha sottolineato l'ottimo Defensor, il Magistero della Chiesa, infatti, serve, in particolar modo, anche per rettamente guidare le coscienze di quest'ultimi.

 
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Francesco1985
view post Posted on 28/9/2006, 17:36     +1   -1




CITAZIONE (Imerio @ 27/9/2006, 15:59)
CITAZIONE (Francesco1985 @ 27/9/2006, 12:36)
potrebbe esserci piu' di una sorpresa di fronte a lui, di gente che si credeva salva per aver rispettato certe regole e va giu' e di gente che si credeva spacciata e invece....

Circa la seconda delle Sue ipotesi, concordo con Lei, avrei, invece, qualche dubbio ad accogliere la prima.

Se, come dice Lei, «certe regole» sono state seguite con animo sincero, non si dovrebbe nutrire alcun dubbio circa la possibilità di Salvezza; altrimenti, si dovrebbe pensare non ad un Buon Padre, ma, bensì, ad un Dio malevolo e capriccioso che sadicamente si diverta a lasciare perseverare nell'errore, per tutta l'esistenza terrena, i meno spiritualmente od intellettualmente dotati fra i Suoi figli ...

Come giustamente ha sottolineato l'ottimo Defensor, il Magistero della Chiesa, infatti, serve, in particolar modo, anche per rettamente guidare le coscienze di quest'ultimi.


puoi anche darmi del tu,non essere cosi' formale. Almeno io credo di trovarmi fra amici. Resta fermo comunque che io non ho contestato in nessun modo il magistero della Chiesa. Per il primo punto mi spiego meglio,che forse ho dato adito ad un fraintendimento....
poniamo il caso che un signor x rispetti tutti i comandamenti.
Questo x non ruba,non tradisce la moglie,fa sesso solo a fini procreativi con la consorte ecc. ecc. Poi magari fa cose spregevoli che non sono espressamente vietate dai comandamenti o dal catechismo della Chiesa Cattolica. Magari con la sua azienda sfrutta i suoi lavoratori sottoponendoli a turni di lavoro massacranti,dandogli una retribuzione che li renda lavoratori sottopagati,che minaccia di licenziarli se non si attengono agli ordini vessatori.....oppure chiude di punto in bianco l'azienda e la trasferisce in Cina,''delocalizza'' come si dice in economia per risparmiare sul costo del lavoro e lascia in strada 10000 lavoratori e famiglie....oppure evade le tasse cioè truffa lo stato e danneggia tutta la comunita'(in quanto i costi ricadono sugli altri mentre lui usufruisce di servizi a sbafo). Ebbene costui avra' formalmente rispettato i comandamenti della chiesa perchè magari non avra' violato nulla di espressamente vietato. Ma siamo cosi' sicuri che Dio lo riterra' meritevole della salvezza????
 
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Raimundus
view post Posted on 28/9/2006, 20:30     +1   -1




I PECCATI CHE ATTIRANO I CASTIGHI DI DIO

OMICIDIO VOLONTARIO

PECCATO IMPURO CONTRO NATURA

OPPRESSIONE DEI POVERI

DEFRAUDARE LA MERCEDE AGLI OPERAI
 
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Imerio
view post Posted on 28/9/2006, 21:54     +1   -1




Caro Francesco, cercherò di andare con ordine.

CITAZIONE
puoi anche darmi del tu,non essere cosi' formale. Almeno io credo di trovarmi fra amici.

La pregherei di compatirmi, ma quelle regole di comportamento che vengono inculcate nella prima infanzia, ci accompagnano, poi, per tutta la vita e si rivela piuttosto difficoltoso il rinunziarvi. Ciò posto, nessun dubbio circa il fatto che ci si ritrovi fra amici, ma, per abitudine inveterata, sono uso riservare il "Tu", solamente nei confronti di persone di me assai più anziane ed autorevoli, nel solo caso in cui espressamente me l'impongano. Da quanto ho potuto leggere, Lei ha la fortuna di appartenere ad una classe d'età assai più giovane, rispetto alla mia, per la qual ragione si rassegni a prendersi del "Lei" che, ben lunge dal voler rappresentare l'esternazione di una barriera psicologica, per parte mia, costituisce, al contrario, una forma di rispetto nei confronti dell'interlocutore.

CITAZIONE
Resta fermo comunque che io non ho contestato in nessun modo il magistero della Chiesa. Per il primo punto mi spiego meglio,che forse ho dato adito ad un fraintendimento....
poniamo il caso che un signor x rispetti tutti i comandamenti.
Questo x non ruba,non tradisce la moglie,fa sesso solo a fini procreativi con la consorte ecc. ecc. Poi magari fa cose spregevoli che non sono espressamente vietate dai comandamenti o dal catechismo della Chiesa Cattolica. Magari con la sua azienda sfrutta i suoi lavoratori sottoponendoli a turni di lavoro massacranti,dandogli una retribuzione che li renda lavoratori sottopagati,che minaccia di licenziarli se non si attengono agli ordini vessatori.....

A prescindere dal fatto che la Salvezza (come mi rammentava, di recente, anche un ottimo sacerdote) è riservata non tanto all'innocente (colui che si limita a non nuocere), quanto piuttosto a chi nutra timor di Dio, il Suo ragionamento diviene contraddittorio quando, per indicare dei comportamenti che, nella Sua opinione, si presenterebbero come moralmente neutri è costretto ad elencarmi, invece, dei gravissimi peccati, per tali unanimemente qualificati tanto dalla Dottrina che da qualsiasi trattato di Morale.

Questo, per il fatto che la Morale Cristiana, costituendo l'unica esplicazione completa della Morale naturale, non può razionalmente ridursi, su di un piano formalistico, ad un elenco più o meno completo di disposizioni, ma, investendo, altresì, l'intiera esistenza dell'uomo (così come manifestata nella realtà concreta), non contiene lacune e, anche laddove potrebbe apparentemente presentarne, racchiude pur sempre in sé medesima una messe abbondantissima di principî generali, idonei a disciplinare qualsiasi caso dubbio o non espressamente contemplato.

CITAZIONE
oppure chiude di punto in bianco l'azienda e la trasferisce in Cina,''delocalizza'' come si dice in economia per risparmiare sul costo del lavoro e lascia in strada 10000 lavoratori e famiglie....oppure evade le tasse cioè truffa lo stato e danneggia tutta la comunita'

Infine, in relazione a questi ultimi esempî, mi parrebbe cogliere in Lei una vena di drammatizzazione sociale dei fenomeni economici di segno vagamente criptomarxista; non intendo certamente, con questo, affermare che Lei davvero lo sia (o che realizzi d'esserlo), ma, assai probabilmente, ciò Le deriva da una serie di letture assai di parte ed ideologicamente orientate.

In questo senso, mi permetterei d'invitarLa a rettificare le Sue opinioni nel proposito, in maniera più obiettiva e rispondente alla realtà, proponendoLe la lettura di un volume scritto da un premio Nobel per l'economia che, sicuramente, potrà reperire presso la biblioteca della Sua Università: VON HAYEK, La società libera, Firenze, 1969. In traduzione italiana, esistono anche molte altre opere di questo Autore, ma trattandosi di raccolte di saggi, a chi non conosca già i fondamentali degli argomenti trattati, non riuscirebbero a fornire la struttura generale della ricostruzione dei fenomeni economici, giuridici e politici esaminati.

CITAZIONE
perchè magari non avra' violato nulla di espressamente vietato. Ma siamo cosi' sicuri che Dio lo riterra' meritevole della salvezza????

In estrema sintesi e per concludere, giacché la Morale naturale che il Cattolicesimo fa propria è assolutamente completa e non comprende lacune di nessun genere, circa l'etica dei comportamenti, colui che non avrà fatto nulla di espressamente vietato (nemmeno con il pensiero) ed avrà nutrito nel suo cuore il Timor di Dio, potrà avere ottime ragioni, per poter fondatamente ritenere di essersi meritato la Salvezza Eterna.
 
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dante pastorelli
view post Posted on 28/9/2006, 22:23     +1   -1




Dovresti leggere, caro Francesco, qualche compendio di teologia morale, ed anche qualche testo che tratta dei 10 Comandamenti: ti accorgeresti come tutte quelle colpe, anche a carattere sociale cui tu alludi sono comprese nelle definizioni ed inquadrate senza ombra alcuna di lassismo o omissione.
Non uccidere: comprende non solo l'omicidio, ma anche il suicidio, la mutilazione, la calunnia, la diffamazione ecc.
Un omicidio può essere, come nel diritto penale, volontario, colposo, preterintenzionale, per legittima difesa (ci può anch'essere l'eccesso di legittima difesa) e quindi diversamente giudicabile dal punto di vista morale. Se investi qualcuno con la macchina non sei colpevole se sterzi bruscamente per un ictus; ma se quell'ictus è conseguenza dell'assunzione di droga, alcool ecc. sei colpevole.
Non si deve rubare: la gravità del peccato è commisurata all'entità della somma e ad altre circostanze: se li rubi al tuo non amico Berlusconi produci un modestissimo, pressoché inesistente, danno; se la stessa modesta somma la rubi alla vecchietta che di euro ne prende 400 di pensione sociale, la colpa diventa grave.
E si potrebbe continuare a lungo.
Sui Comandamenti v'era un testo del Ceriani illuminante; di teologia morale vi son vari compendi, alcuni del passato ottimi per chiarezza e esposizione dei casi: basta evitar testi di Harimg e della sua scuola.

Edited by dante pastorelli - 30/9/2006, 19:04
 
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Francesco1985
view post Posted on 29/9/2006, 09:26     +1   -1




X IMERIO: no,non sono marxista ,comunista e compagnia bella. Piuttosto mi pare che lei giustifichi il fenomeno dell'evasione fiscale e dell'oppressione sociale.
Lo sa a cosa servono le tasse??? Ognuno di noi usufruisce di una serie di servizi dallo stato. Lo stato
ci offre servizi sanitari,scolastici,educativi,fornisce
infrastrutture di cui tutti noi quotidianamente ci serviamo....poichè tutti ne usufruiamo tutti siamo tenuti a contribuire nella giusta misura indicata dalla legge senza TRUCCHETTI. Negli Stati Uniti d'America(che a quanto mi risulta signor imerio non sono un paese comunista) il reato di evasione fiscale è punito con la reclusione ed è considerato all'interno della societa' come moralmente riprovevole. Tenga inoltre presente che i ceti imprenditoriali o comunque molto abbienti che evadono producono inasprimenti fiscali su chi invece paga fino all'ultimo centesimo . Quando aumenta la pressione fiscale per l'evasore è come non succedesse niente mentre gli altri dovranno stringere la cinghia. Le pare giusto???
Giusto per precisare io appartengo ad un ceto sociale che non potrebbe mai e dico mai essere marxista. Pero' ritengo comunque l'onesta' un valore fondamentale e aborro i comportamenti che ledono la sfera del prossimo.


CITAZIONE (dante pastorelli @ 28/9/2006, 23:23)
Dovresti leggere, caro Francesco qualòche compendio di teologia morale, ed anche qualche testo che tratta dei 10 Comandamenti: ti accorgeresti come tutte quelle olpe, anche a carattere sociale cui tu alludi sono comprese nelle definizioni ed inquadrate senza ombra alcuna di lassismo o omissione.
Non uccidere: non comprendere non solo l'omicidio, ma anche il suicidio, la mutilazione, la calunnia, la diffamazione ecc.
Un omicidio può essere, come nel diritto penale, volontario, colposo, preterinenzionale, per legittima difesa (ci può anch'essere l'eccesso di legittima difesa) e quindi diversamente giudicabile dal punto di vista morale. Se investi qualcuno con la macchina non sei colpevole se sterzi bruscamente per un ictus; ma se quell'ictus è conseguenza dell'assunzione di droga, alcool ecc. sei colpevole.
Non si deve rubare: la gravità del peccato è commisurata all'entità della somma e ad altre circostanze: se li rubi al tuo non amico Berlusconi produci un modestissimo, pressoché inesistente, danno; se la stessa modesta somma la rubi alla vecchietta che di euro ne prende 400 di pensione sociale, la colpa diventa grave.
E si potrebbe continuare a lungo.
Sui Comandamenti v'era un un testo del Ceriani illuminante; di teologia morale vi son vari compendi, alcuni del passato ottimi per chiarezza e esposizione dei casi: basta evitar testi di Harimg e della sua scuola.

x dante pastorelli:seguiro' il tuo consiglio e mi scuso con te per l'incomprensione di ieri
 
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dante pastorelli
view post Posted on 29/9/2006, 10:11     +1   -1




Non hai niente da scusarti.
Imerio credo ti risponderà. Penso che lui volesse richiamare la tua attenzione sul fatto che oggi si dà molto valore alle "colpe sociali" e sempre meno a quelle d'ordine spirituale.
Da qui l'evocazione del verbo marxista: per questo è colpa lo sfruttamento (certo: è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio), ma non lo è impedire la pratica religiosa, distruggere chiese, profanare le Sacre specie, uccidere i fedeli, la prostituzione, il divorzio, l'aborto, la bestemmia, ecc.
Comunque non mi permetto di fungere da inteprete del pensiero d'Imerio.

Edited by dante pastorelli - 29/9/2006, 23:08
 
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Francesco1985
view post Posted on 29/9/2006, 19:43     +1   -1




CITAZIONE (dante pastorelli @ 29/9/2006, 11:11)
ma non lo è impedire la pratica religiosa, distruggere chiese, profanare le Sacre specie, uccidere i fedeli, la prostituzione, il divorzio, l'aborto, la bestemmia, ecc.
Comunque non mi permetto di fungere da inteprete del pensiero d'Imerio.

certo fratello,anche questi lo sono. Mai detto il contrario.
 
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dante pastorelli
view post Posted on 29/9/2006, 22:16     +1   -1




CITAZIONE (Francesco1985 @ 29/9/2006, 20:43)
CITAZIONE (dante pastorelli @ 29/9/2006, 11:11)
ma non lo è impedire la pratica religiosa, distruggere chiese, profanare le Sacre specie, uccidere i fedeli, la prostituzione, il divorzio, l'aborto, la bestemmia, ecc.
Comunque non mi permetto di fungere da inteprete del pensiero d'Imerio.

certo fratello,anche questi lo sono. Mai detto il contrario.

Tu no, ma tanti altri sì. Se tu chiedi a tanti cattolici come mai non si confessano prima della comunione, ti senti rispondere: e che peccati ho! non ho rubato, non ho ammazzato, quindi...
Ma, e i peccati che nascono da un pessimo rapporto con Dio? (Sì, ho tempo per dire le preghiere!) Dal considerre tutte le religioni uguali? Dal dire: povero prete, anche lui è un uomo, fa bene ad avere l'amante? E che male faccio se salto la Messa, devo andare al mare? Io devo uscire, i miei se ne stiano pure in casa, tanto son vecchi e io non ci posso far nulla? ecc. Esempi banali, ma sempre tangibili da ciascuno di noi.

Edited by dante pastorelli - 30/9/2006, 19:06
 
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Don Camillus
view post Posted on 29/9/2006, 22:39     +1   -1




CITAZIONE (dante pastorelli @ 29/9/2006, 23:16)
[Tu no, ma tanti altri sì. Se tu chiedi a tanti cattolici come mai non si confessano prima della cominione, ti senti rispondere: e che peccati ho! non ho rubato, non ho ammazzato, quindi...

Mo sì , povere mammole , li dovrei confessare io , veh!
 
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Imerio
view post Posted on 30/9/2006, 14:27     +1   -1




Caro Francesco, mi scuso, innanzi tutto, con Lei, per il ritardo della risposta, ma ieri sono stato occupato per tutta la giornata.

In parte, le mie obiezioni intendevano rivestire il senso giustamente intuito da Dante, ma desidererei ulteriormente aggiungere qualche altra considerazione.

Come scrivevo nel mio precedete messaggio, taluni dei comportamenti da Lei indicati come moralmente neutri (già lo hanno rilevato anche altri postanti ed anch'io lo avevo accennato) corrispondono a gravissimi peccati; tuttavia, altre situazioni da Lei indicate (quali: la delocalizzazione delle attività produttive o - in particolare, se riferita all'Italia - la cosiddetta elusione - che concettualmente non coincide con l'evasione - fiscale) certamente no; analizziamo brevemente la prima di queste condotte.

Una preliminare premessa: il fenomeno della cosiddetta globalizzazione dei mercati non costituisce certamente, come qualcuno fingerebbe oggi di credere, un fenomeno recente; già nelle sepolture del neolitico poste in Puglia, per esempio, si rinvengono numerosi reperti in ambra, ciò posto, giacché l'ambra si rinviene presso le rive del Mar Baltico, questo viene a dimostrare come, già a quell'epoca, esistesse un sistema (diremmo oggi integrato) di scambî che, dal Mar Baltico forniva regolarmente le merci sino in Puglia se non oltre e viceversa; ancora, l'uso della seta che, nell'epoca antica, veniva prodotta esclusivamente in Cina, risultava diffuso in aree (quale quella romana, già nell'epoca tardo repubblicana) geograficamente assai remote, rispetto a quella di produzione.

In breve, sino alla Prima Guerra Mondiale, il fenomeno del mercato veniva globalmente inteso con una dimensione spaziale pressoché coincidente con l'intiero orbe terracqueo (fra i moltissimi, in questo senso, si rivelerebbe interessante la lettura di SCHMITT, Il nomos della terra, Milano, 1991) ed i dazî ed i provvedimenti di limitazione alle importazioni venivano considerati come fenomeni assolutamente eccezionali e temporanei.

Ora, ciò premesso, l'imprenditore, per poter continuare a svolgere la sua professione (che non coincide, nemmeno parzialmente, con quella degli enti d'erogazione o associazioni di beneficenza che dir si vogliano) può essere obbiettivamente costretto a delocalizzare la propria attività produttiva, soprattutto allorquando il suo Paese d'origine non lo ponga nelle condizioni di potere competere nel mercato. Ciò accade ogni qual volta lo Stato (come è costantemente accaduto in Italia; qualche miglioramento, in questo senso lo si stava vedendo, ma, stando all'ultima finanziaria, stiamo repentinamente tornando indietro) adotti politiche fiscali tali, da rendere fuori mercato il prezzo finale dei beni o dei servizî prodotti od offerti al pubblico.

A questo punto, stando alle Sue riflessioni, delle due l'una: o l'imprenditore moralmente sbaglia, per il fatto stesso di esercitare l'attività d'impresa, o, di fatto, deve cessare la sua attività, salvo che lo Stato faccia pagare all'intiera collettività il costo delle proprie impostazioni ideologiche, finanziando (in vario modo) un'attività che d'imprenditoriale conserva solo il nome e che, quindi, non producendo più ricchezza, si trova altresì a costituire una voce di debito nelle poste di bilancio del pubblico erario. Non a caso, nella costanza della politica economica della cosiddetta Prima Repubblica, a detta dello stesso ISTAT, l'economia italiana riusciva ancora ad arrancare faticosamente, soltanto in grazia: del lavoro nero e dell'evasione fiscale ...

Da sempre, i capitali hanno costantemente scelto la loro allocazione, presso quei Paesi che, sul piano legale e tributario, offrissero loro la migliore possibilità di rendita e, parimenti, le attività economiche si sono sempre situate ove trovassero le più soddisfacenti condizioni per la loro esplicazione.

L'illusione - propria dei Paesi socialisti - di potere contenere i fenomeni del mercato all'interno dei proprî confini nazionali ha portato ad una sola conseguenza: la miseria generalizzata delle popolazioni. A questo proposito un solo esempio concreto, le due Coree, medesima pololazione, medesime situazioni climatiche, medesime materie prime: l'una (quella del Sud), seguendo le dinamiche del mercato, riesce a concorrere con il Giappone, l'altra (quella del Nord) perseguendo il modello di economia sociale (o socialista o collettivista che dir si voglia) si trova letteralmente all'inedia.

Di terze vie dell' economia si è parlato da tempo immemore, ma, premesso il fatto che i modelli economici (come qualsiasi altro modello teorico, lo rilevava già Hegel, con riferimento alle forme di Stato) non si presentano mai allo stato puro, nell'esperienza storica, di una terza via di sistema economico non si è mai potuta vedere nemmeno l'ombra (in Italia, ci aveva tentato anche il fascismo, con la prefigurazione - fallita nella pratica - del sistema corporativo) e giacché, come osservava de Maistre, la Storia altro non è che politica sperimentale, ciò vuole probabilmente significare che non di una realistica ipotesi si tratti, ma di una mera utopia, il cui padre (secondo la teologia classica) è lo stesso Maligno.

Sotto il profilo morale - lo accenno appena per inciso - posto che uno dei due sistemi economici produce solo miseria e l'altro ricchezza (anche se, certo, per molti, ma non proprio per tutti), non sarebbe più proficuo l'incentrarsi sul problema miglior utilizzo della ricchezza prodotta, anziché perdersi nella prefigurazione astratta di sistemi d'economia che, sulla carta, appaiono certamente (come dice qualcuno) equi e solidali, ma che poi (al di là di qualche isolatissima esplicazione che, in realtà, non corrisponde ad fenomeno economico, ma, in pratica, ad un atto di beneficenza) non si possono reggere a confronto con la realtà - pressoché naturale e comunque spontanea - data dal mercato? Analogamente, io ho sempre ritenuto che il danaro, in quanto mezzo, non può mai essere, in sé e per sé, buono o cattivo; se mai, potrà essere qualificato come buono o cattivo il fine del suo utilizzo.

In conclusione, non potendo razionalmente prefigurarmi - al contrario, probabilmente, di qualche catolico adulto - che l'esercitare attività d'impresa corrisponda, in sé e per sé, ad un'azione moralmente deplorevole, altrettanto non mi riesce di poter considerare come moralmente deplorevoli le corrispondenti strategie (per altro, quasi obbligate) di gestione (o, come si usa dire oggi, di menagement).

Fra l'altro, sotto un profilo meramente pratico, a fronte del grave disagio (in senso oggettivo, non parlerei di vera e propria tragedia, in un Paese fornito di ammortizzatori sociali, finanziati, in larga parte, proprio dall'attività delle imprese) dei dipendenti delocalizzati (ma, in genere, i dipendenti dei settori non direttamente produttivi conservano il proprio posto di lavoro), si potrebbe validamente contrapporre il vantaggio di quelli, per così dire, delocalizzanti. Del resto, l'unica alternativa possibile sarebbe, assai probabilmente, quella data dalla progressiva chiusura dell'intiera struttura industriale; tutti a casa, dunque, addetti alla produzione, alla vendita, all'amministrazione, impiegati, tecnici, dirigenti e quant'altro ... e, ovviamente, nessuna ulteriore assunzione nell'ipotetico Paese di possibile delocalizzazione dell'impresa.

Il discorso, forse già sin troppo lungo, è stato qui condotto, ovviamente, solo per mero accenno ed ogni sua proposizione sarebbe, quindi, suscettibile di ben altri approfondimenti e svolgimenti. Se lo riterrà opportuno, non appena mi troverò dotato di un poco di tempo, mi permetterò di tracciare un lineamento di argomentazione circa il tema, da Lei accennato, riguardo alle tasse ed al loro (in Italia, molto teorico, mi permetterei d'anticipare) effettivo utilizzo a fini sociali.
 
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