| CAra CAterina, la mia era solo una domanda conseguente ad un dubbio. Questa tua risposta, non richiesta, ma pur gradita, e che richiama alla mente un adagio latino, non potrebbe fare altro che confermarmi nel mio dubbio; potrebbe addirittura trasformarlo in una certezza.
E’ evidente che mi fa piacere, e pure molto, sentirti dire che è stato più volte richiamato l’insegnamento costante della Chiesa.
E non usare espressioni così antiquate come "condannare"; dopo il Concilio Vaticano II questi termini non sono più in uso; quel Concilio ha dato l’input per una visione meno rigorista e più pastorale dei rapporti tra fedeli e fedi. Sta comunque tranquilla, san Paolo, quando diceva ciò che tu hai ricordato, non si riferiva ai “battibecchi” che io e te avremmo avuto su internet. Con rispetto Nico
P.s. Se esprimere opinioni diverse tu lo definisci seminar zizzania io non posso che prenderne atto. Penso pure però che la zizzania potresti essere proprio tu a seminarla, intromettendoti quando non sei stata chiamata in causa. E cosa dire poi della zizzania seminata da qualche tuo collega, che ha schernito persone e istituzioni cattoliche, e pure altissimi “pii” (che non sono i pigolii dei pulcini) e di fronte ai quali tu ti sei comportata come le tre scimmiette: non hai visto, non hai sentito, non hai parlato?
Altro P.s. Scusami cara Caterina, ma a volte, per riuscire a capirti, devo leggere due o tre volte ciò che scrivi. Tu dici che io non ho riportato le spiegazioni del perché è stata chiusa una discussione su “cattoliciromani”, dandomi quasi dello scorretto. Come potevo dare spiegazioni di un atto (la chiusura di una discussione) che non potevo aver voluto io? Se tu eri a conoscenza di queste spiegazioni bastava comunicarmele, così come, quest’oggi, Gilbert (con grande correttezza e serietà) mi ha comunicato che l’altra discussione da me aperta era stata chiusa ma, nel caso avessi avuto qualche altra cosa da aggiungere, mi ha manifestato la propria disponibilità a riaprire la discussione e permettermi di replicare. Forse quindi la scorrettezza l’hai commessa tu, accusandomi di un qualcosa di cui non ero e non potevo essere responsabile.
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