Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Lo scempio dell'architettura sacra moderna: questa chiesa val bene una messa?

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Dominicus OP
view post Posted on 11/5/2011, 14:41     +1   -1




Recati a Prà d'Mill in Provincia di Cuneo... Lì potrai assistere e partecipare alla Liturgia delle ore cistercense.
 
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piccic
view post Posted on 16/5/2011, 14:35     +1   -1




Grazie, ma io abito a Modena.
La mia ultima domanda riguardava le edizioni della liturgia delle ore, avendo io quella "base" mi domandavo se i Benedettini (che Deo Gratias abbiamo ancora qui a MO) seguivano la loro, specifica. E se pertanto occorreva – magari – farsi prestare il volume. di volta in volta.
 
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wise
view post Posted on 19/5/2011, 17:45     +1   -1




Embè? io mi faccio anche 1500 km per andare all'Hellfest. Cosa vuoi che sia Modena-Cuneo. :D
 
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piccic
view post Posted on 21/5/2011, 12:03     +1   -1




CITAZIONE
Embè? io mi faccio anche 1500 km per andare all'Hellfest. Cosa vuoi che sia Modena-Cuneo. :D

Sì, ma l'Hellfest ci sarà una volta all'anno. La liturgia delle ore prevede otto momenti di preghiera (leggo adesso che le ore si definiscono "ore canoniche": grazie a te per l'approfondimento che mi fai fare… :D):

* Alle 4.00: Mattutino o vigilie in diverse comunità religiose - chiamato "Orthros" nelle chiese orientali
* All'alba: Lodi , in occidente separato dal mattutino; detto anche "preghiera del mattino"
* Alle 6.00: Prima
* Alle 9.00: Terza
* Alle 12.00: Sesta
* Alle 15.00: Nona
* Al tramonto: Vespri
* Prima di coricarsi: Compieta

Capirai che è un po' difficile fare Modena-Cuneo otto volte al giorno, a meno di non utilizzare il teletrasporto di Star Trek (che, mi risulta, è ancora in fase progettuale).

:P
 
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- Carlotta -
view post Posted on 3/9/2011, 19:46     +1   -1




Mi sembra la discussione giusta per postare questo interessante articolo di Socci.

Stanno estromettendo Gesù dalle chiese

3 SETTEMBRE 2011


Un giorno, conversando con amici, Ratzinger (ancora cardinale) se ne uscì con una battuta: “Per me una conferma della divinità della fede viene dal fatto che sopravvive a qualche milione di omelie ogni domenica”.

Se ne sentono infatti di tutti i colori. Non c’è solo il prete che – è notizia di ieri – in una basilica della Brianza diffonde una preghiera islamica in cui si inneggia ad Allah.

Ci sono quelli che consigliano la lettura di Mancuso o Augias… E si trovano “installazioni” di arte contemporanea nelle cattedrali che fanno accapponare la pelle.

D’altra parte pure i cardinali di Milano hanno dato sfogo alla “creatività”.

Leggo dal sito di Sandro Magister: “Nel 2005, l’11 maggio, per introdurre un ciclo dedicato al libro di Giobbe è stato chiamato a parlare in Duomo il professor Massimo Cacciari: oltre che sindaco di Venezia, filosofo ‘non credente’ come altri che in anni precedenti avevano preso parte a incontri promossi dal cardinale Martini col titolo, appunto, di ‘Cattedra dei non credenti’. Cacciari ha tessuto l’elogio del vivere senza fede e senza certezze”.

Insomma nelle chiese si può trovare di tutto. Tranne la centralità di Gesù Cristo.

Infatti – nella disattenzione generale – i vescovi italiani hanno estromesso dalle chiese (o almeno vistosamente allontanato dall’altare centrale e accantonato in qualche angolo) proprio Colui che ne sarebbe il legittimo “proprietario”, cioè il Figlio di Dio, presente nel Santissimo Sacramento.

Non sembri una banale battuta. Al Congresso eucaristico nazionale che si sta aprendo ad Ancona dovrebbero considerare gli effetti devastanti prodotti dall’incredibile documento della Commissione Episcopale per la liturgia del 1996 che è il vademecum in base al quale sono state progettate le nuove chiese italiane e i relativi tabernacoli, o sono state “ripensate” le chiese più antiche.

Non si capisce quale sia lo statuto teologico di cui gode una Commissione della Cei (a mio avviso nessuno). Ma la cosa singolare è questa: che nell’ambiente ecclesiastico – a partire da seminari e facoltà teologiche – trovi legioni di teologi pronti (senza alcuna ragione seria) a mettere in discussione i Vangeli (nella loro attendibilità storica) e le parole del Papa, ma se si tratta di testi partoriti dalle loro sapienti meningi, e firmati da qualche commissione episcopale, ti dicono che quelli devono essere considerati sacri e intoccabili.

Dunque in quel testo del 1996, fra le altre cose discutibili, si “consiglia vivamente” di collocare il tabernacolo non solo lontano dall’altare su cui si celebra, ma pure dalla cosiddetta area presbiterale. Relegandolo “in un luogo a parte”.

Le motivazioni – come sempre – sono apparentemente “devote”. Si dice infatti che il tabernacolo potrebbe distrarre dalla celebrazione eucaristica.

Motivazione ridicola e – nella sua enfasi sull’evento celebrativo a discapito della presenza nel tabernacolo – anche pericolosamente somigliante alle tesi di Lutero.

L’effetto inaudito di queste norme è il seguente: nelle chiese si assiste da qualche anno a un accantonamento progressivo del tabernacolo, cioè del luogo più importante della chiesa, quello in cui è presente il Signore.

Prima lo si è collocato in un posto defilato (una colonna o un altare laterale), quindi in una cappella, parzialmente visibile. Alla fine probabilmente sarà del tutto estromesso dalle chiese.

Come risulta essere nell’incredibile edificio di San Giovanni Rotondo in cui è stato portato il corpo di san Pio.

L’edificio, progettato da Renzo Piano, non ha inginocchiatoi e la figura centrale e incombente è l’enorme e spaventoso drago rosso dell’apocalisse rappresentato trionfante nell’immensa vetrata: ebbene il tabernacolo lì non c’è.

Non so a chi sia venuto in mente questo progressivo occultamento dei tabernacoli nelle chiese (che avrebbe fatto inorridire padre Pio). Esso non corrisponde affatto all’insegnamento del Concilio Vaticano II, visto che l’istruzione post-conciliare “Inter Oecumenici” del 1964 affermava che il luogo ordinario del tabernacolo deve essere l’altare maggiore.

E non piace nemmeno al Papa come si vede nell’Esortazione post sinodale “Sacramentum Caritatis” dove egli sottolinea il legame strettissimo che deve esserci fra celebrazione eucaristica e adorazione.

Sottolineatura emersa dall’XI Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2005 che ha richiesto la centralità ed eminenza del tabernacolo.

Basterà per tornare sulla retta via? Nient’affatto. Come dimostra il comportamento – a volte di aperta contestazione al Papa – tenuto da certi vescovi quando il suo famoso “Motu proprio” ha restaurato la libertà di celebrare anche con l’antico messale.

Purtroppo le idee sbagliate dei liturgisti “creativi” continueranno a prevalere sul papa, sul Concilio e sul Sinodo (forse faranno strada anche altre balordaggini come la “prima comunione” a 13 anni). Fa da corollario a questa estromissione di Gesù eucaristico dalle chiese, la stupefacente pratica del biglietto di ingresso istituito perfino per alcune Cattedrali. Degradate così a musei.

La protestantizzazione o la museizzazione delle chiese è un fenomeno dagli effetti spaventosi per la Chiesa Cattolica. Si dovrebbero prendere subito provvedimenti.

Per capire cosa era – e cosa dovrebbe essere – una chiesa cattolica voglio ricordare la storia di due persone significative.

La prima è Edith Stein, una donna straordinaria, filosofa agnostica, di famiglia ebrea, che divenne cattolica, si fece suora carmelitana ed è morta nel lager nazista di Auschwitz.

E’ stata proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 1998 e nell’anno successivo compatrona d’Europa.

La Stein ha raccontato che un primo episodio che la portò verso la conversione accadde nel 1917 quando lei, giovinetta, vide una popolana, con la cesta della spesa, entrare nel Duomo di Francoforte e fermarsi per una preghiera:

“Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l’accaduto”.

Lì infatti c’era Gesù eucaristico.

Un altro caso riguarda il famoso intellettuale francese André Frossard. Era il figlio del segretario del Partito comunista francese.

Era ateo, aveva vent’anni e quel giorno aveva un appuntamento con una ragazza. L’amico con cui stava camminando, essendo cattolico, gli chiese di aspettarlo qualche istante mentre entrava in una chiesa.

Dopo alcuni minuti Frossard decise di andare a chiamarlo perché aveva fretta di incontrare “la nuova fiamma”. Lo scrittore sottolinea che lui non aveva proprio nessuno dei tormenti religiosi che hanno tanti altri.

Per loro, giovani comunisti, la religione era un vecchio rottame della storia e Dio un problema “risolto in senso negativo da due o tre secoli”.

Eppure quando entrò in quella chiesa era in corso un’adorazione eucaristica e, racconta, “è allora che è accaduto l’imprevedibile”.

Dice:

“il ragazzo che ero allora non ha dimenticato lo stupore che si impadronì di lui quando, dal fondo di quella cappella, priva di particolare bellezza, vide sorgere all’improvviso davanti a sé un mondo, un altro mondo di splendore insopportabile, di densità pazzesca, la cui luce rivelava e nascondeva a un tempo la presenza di Dio, di quel Dio, di cui, un istante prima, avrebbe giurato che mai era esistito se non nell’immaginazione degli uomini; nello stesso tempo era sommerso da un’onda, da cui dilagavano insieme gioia e dolcezza, un flutto la cui potenza spezzava il cuore e di cui mai ha perso il ricordo”.

La sua vita ne fu capovolta. “Insisto. Fu un’esperienza oggettiva, fu quasi un esperimento di fisica”, ha scritto. Frossard è diventato il più celebre giornalista cattolico. In una chiesa di oggi non avrebbe incontrato il Verbo fatto carne, ma le chiacchiere di carta.

Antonio Socci



Da Libero, 3 settembre 2011

http://www.antoniosocci.com/2011/09/stanno...u-dalle-chiese/
 
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Angeloflove85
view post Posted on 4/9/2011, 10:57     +1   -1




CITAZIONE
Ma la cosa singolare è questa: che nell’ambiente ecclesiastico – a partire da seminari e facoltà teologiche – trovi legioni di teologi pronti (senza alcuna ragione seria) a mettere in discussione i Vangeli (nella loro attendibilità storica) e le parole del Papa, ma se si tratta di testi partoriti dalle loro sapienti meningi, e firmati da qualche commissione episcopale, ti dicono che quelli devono essere considerati sacri e intoccabili.

Rispondo con il Vangelo:
CITAZIONE
Le Tentazioni di Gesù nel deserto

 
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-Giuliano-
view post Posted on 8/1/2012, 17:09     +1   -1




Gli scempi ci sono sempre stati...
Non accusiamo eccessivamente l'arte moderna.
Tuttavia, non bisogna nemmeno esagerare costruendo chiese che sembrino centri congressi (se non peggio). Ci sono elementi che nelle Chiese non possono mancare, penso sia oggettivo che fra questi ci sono la Via Crucis, un crocifisso all'esterno, uno all'interno, un'immagine mariana, un'immagine del santo patrono e in più tutto ciò che è previsto dalla liturgia.
Riflettiamo... prima le chiese erano ricche di dipinti che ritraevano la vita di Gesù in quanto la liturgia prevedeva che la messa fosse recitata in latino. Il volgo non lo comprendeva e quindi c'era bisogno di qualcosa che gli facesse capire qualcosa di Dio. Dopodichè, grazie a Dio, è arrivato il Concilio, per cui il volgo riusciva a capire cosa stesse dicendo il Vangelo, non c'era più bisogno di rappresentare il Vangelo. Quindi gli artisti sono più liberi di sbizzarrirsi in simboli più complessi.
Detto questo, ciò non significa che bisogna fare delle chiese degli scempi architettonici (vedo le foto pubblicate da piccic707), ma nemmeno bisogna ancorarsi a ciò che è vecchio. Un'artista innamorato di Gesù riuscirà senz'altro a trovare qualcosa di originale da offrirgli. Vi porto come esempio di quanto ho detto la chiesa madre di Torre Lapillo di cui non ho alcuna foto al momento. Come al solito, il giusto sta nel mezzo.
 
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view post Posted on 9/1/2012, 21:07     +1   -1
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Ciao e grazie per l'intervento, se riesci sarei curioso di vedere una foto della chiesa di Torre di Lapillo. :)
 
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piccic
view post Posted on 31/1/2012, 11:04     +1   -1




Ciao Giuliano, grazie dell’esposizione, ma credo che quanto dici non fosse in dubbio.
È la mancanza di preparazione che non permette a mio avviso di avere un retroterra culturale sufficiente – da parte degli architetti – per lavorare ad una Chiesa.
Poi, l’aspetto più importante, che appunto tu sottolinei, e che poi è l’unico essenziale "essere innamorati di Gesù".

CITAZIONE
Tuttavia, non bisogna nemmeno esagerare costruendo chiese che sembrino centri congressi (se non peggio).

La nostra qui a Modena basta vederla, non occorre intendersi di architettura, né di arte sacra.
Ma è problema altrettanto grosso il *sapere stare* in Chiesa, cosa che mi pare sempre più negletta.
Occorre veramente dare l’esempio, e soffrirne con il Signore.
 
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Angeloflove85
view post Posted on 3/2/2012, 11:16     +1   -1




CITAZIONE
Quindi gli artisti sono più liberi di sbizzarrirsi in simboli più complessi.

Nutro delle riserve in merito alla libertà architettonica e pittorica nelle chiese. I simboli che andrebbero rappresentati nelle chiese dovrebbero restare fedeli al simbolismo sacro della Bibbia e del Vangelo. In realtà è errato parlare di modernità in riferimento al culto, perchè la Chiesa è custode della Tradizione. E' vero che le raffigurazioni della vita di Gesù nei primi secoli avevano un valore pedagogico, ma è anche vero che il simbolo è ciò che la psiche meglio accoglie, recepisce e riesce a rielaborare. Il valore pedagogico dell'arte sacra andrebbe custodito e tramandato. Uno dei maggiori falli della modernità è l'assenza di stile, libertà senza stile non è Barocco o Rococò, ma "pastrocchio" visivo. L'arte, poi, per sua essenza richiama alla contemplazione, quindi non basta che ci sia un Crocifisso o un dipinto della Vergine, ma è necessario che il Crocifisso e la Vergine con il Bambino catturino l'anima 'in cerca' che oltrepassa l'uscio della chiesa. Non escludo a priori la bravura di taluni artisti ma un conto è un bel quadro, che oggettivamente rispetta l'armonia delle linee e, un altro un dipinto che suscita commozione e contemplazione. Il primo, senza dubbio, potrà trovare posto in una mostra o in un salotto; il secondo dovrà costituire oggetto di culto, perchè attraverso la 'meditazione' della (ad. es.) Passione di Cristo l'anima possa sentirsi più vicina spiritualmente al Creatore. L'arte sacra deve innalzare lo spirito. Ecco perchè quando si parla di Arte bisogna fare un distinguo.

p.s. Benvenuto nel forum! ;) :wub:
 
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piccic
view post Posted on 4/2/2012, 20:08     +1   -1




CITAZIONE
Uno dei maggiori falli della modernità è l'assenza di stile, libertà senza stile non è Barocco o Rococò, ma "pastrocchio" visivo. L'arte, poi, per sua essenza richiama alla contemplazione, quindi non basta che ci sia un Crocifisso o un dipinto della Vergine, ma è necessario che il Crocifisso e la Vergine con il Bambino catturino l'anima 'in cerca' che oltrepassa l'uscio della chiesa. Non escludo a priori la bravura di taluni artisti ma un conto è un bel quadro, che oggettivamente rispetta l'armonia delle linee e, un altro un dipinto che suscita commozione e contemplazione. Il primo, senza dubbio, potrà trovare posto in una mostra o in un salotto; il secondo dovrà costituire oggetto di culto, perchè attraverso la 'meditazione' della (ad. es.) Passione di Cristo l'anima possa sentirsi più vicina spiritualmente al Creatore. L'arte sacra deve innalzare lo spirito. Ecco perchè quando si parla di Arte bisogna fare un distinguo.

Io, che le cose le colgo ma purtroppo non le ho studiate (mi riferisco soprattutto all’arte, anche non sacra, ma non solo), questa considerazione la incornicerei. :)
 
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view post Posted on 6/8/2021, 15:54     +1   -1
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