Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

Perchè credete?

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Raimundus
view post Posted on 13/2/2010, 23:45     +1   -1




Gentile signorina, sono contento che gradisca il messaggio del Cristianesimo, ma cade in contraddizione quando dimentica che proprio Cristo ha fondato la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e apostolica.
Le assicuro che il problema non è disporre di beni ma farne semmai un buon uso e, anche in questo caso, le assicuro che la Chiesa non trattiene nulla per sè ma è l'unica vera garante di un po' di giustizia in questo mondo. In ogni caso non mi interessa qui fare apologie della Chiesa. La invito a studiare prima di attribuire con tanta facilità e superficialità qualsiasi crimine e delitto alla Chiesa. L'Inquisizione cattolica non aveva facoltà di sottoporre nessuno a pene corporali (lei forse ha presente l'inquisizione protestante, che con noi non ha nulla da spartire). E' però certamente vero che la Chiesa resta santa nonostante la condizione di peccatori di molti suoi uomini (conosce forse qualcuno che possa scagliare la prima pietra? lei è tra quelli che possano giudicare gli altri senza imbarazzo alcuno?). Bisogna ringraziare che la Chiesa accolga anche i peccatori, perché se la condizione per farne parte fosse quella di essere perfetti, senza peccati, mi creda che non ci sarebbe spazio né per me né per lei. Quando si accorgerà del male che ciascuno di noi alimenta nel proprio cuore, prima ancora di puntare il dito verso quello che lei ravvisa al suo esterno, beh, forse inizierà a avvertire una nausea anche per la propria maniera di violare quella dignità impareggiabile alla quale Dio - che l'ha voluta a sua immagine e somiglianza - la invita.
Ritorni nella Chiesa, c'è spazio anche per lei. Dio la benedica e la protegga.

Raimondo
 
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smí
view post Posted on 18/7/2010, 19:31     +1   -1




CITAZIONE (Leonatos @ 25/6/2009, 13:09)
Il creato e la storia.
La prima legge della scienza conferma che "niente si crea e niente si distrugge, tutto si trasforma". Il nulla, il vuoto assoluto, non può trasformarsi in materia però e, come han detto anche alcuni scienziati, studiando l'universo si vede il frutto di un disegno intelligente, l'opera di Dio.
La storia, invece, conferma l'esistenza di Gesù Cristo. In tutto il pianeta gli unici che lo negano sono soltanto i fanatici anti-religiosi.

Mi affascina la tua teoria storica sulla figura di Cristo, intendi dire che è provata l'esistenza di un tale Gesù di Nazareth che ha compiuto tot miracoli ed è poi morto in croce resuscitando, o che vi è qualche traccia del suo nome prima del Nuovo Testamento?
Scusa ma non mi hanno mai informato della Sua realtà storica perciò mi interessava profondamente.
E volevo poi capire come comunque una figura storica, se dovesse rivelarsi tale, comunque reinterpretata allegoricamente dal Testo Sacro, quindi non reale così come c'è sempre presentata dal Testo, possa averti spinto all'adesione più profonda al Cattolicesimo.
Spero di non aver offeso usando l'espressione "non reale", mi riferivo solo al fatto che gli stessi biblisti riconoscono che molte degli episodi e degli avvenimenti legati alla figura del Cristo nel Nuovo testamento siano frutto di un messaggio escatologico e morale che in un modo indiretto vuole essere diretto, scusate il gioco di parole, al fedele, perchè egli abbia un modello di vita a cui ispirarsi.
Se su questo punto mi sbaglio in pieno chiedo di essere corretto e che mi sia mostrata la corretta interpretazione dello stesso, pur credendo di non essere in fallo.
Io personalmente mi sono allontanato dalla Chiesa a causa di un professore di Religione molto illuminato, strenuo difensore dello spirito Cristiano e del messaggio di fondo del Verbo, imbevuto di cultura classica e fervente credente, convinto sostenitore della Chiesa, intesa come complesso unitario dei fedeli, che certamente ha suscitato in me ammirazione, ma ha suscitato in me anche altre suggestioni.
Egli ha sempre predicato la naturalità della fede e la sua ragionevolezza, spingendo ciascuno di noi ad aprire la propria mente, trascurando l'immagine ormai un po' troppo antiquata del cuore, a ciò che nel nostro intimo sentissimo come giusto, il risultato fu inaspettatamente credo per lui, l'insorgere in me del positivismo più logico e dell'agnosticismo più convinto.
E' sempre difficile credere a ciò che non si può nè vedere nè toccare con mano, gli stessi apostoli ebbero delle difficoltà, e finora, pur sforzandomi di avvicinarmi ai più disparati esempi di fede, basti per tutti il continuo confronto con i miei adorati nonni, ferventissimi credenti, che però non sono capaci in alcun modo di riuscire nell'intento evangelico che dovrebbe essere proprio di ogni credente, magari tu saprai aprirmi gli occhi tramite le meraviglie del creato e la storia, ma non credo riuscirai, sebbene io sia aperto al dialogo proprio perchè seriamente intenzionato a capire.
E riferendomi alla frase: "Gesù non va spiegato va vissuto", la vedo un po' come il tradire la vocazione apostolica della Chiesa, se tutti la pensassero come voi l'anima della Chiesa si sarebbe spenta già da secoli.
Magari vivremmo in un mondo migliore, o magari no.
 
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view post Posted on 18/7/2010, 19:56     +1   -1
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Beh, considera che il Nuovo Testamento (nel suo complesso vangeli + lettere apostoliche + apocalisse) fu scritto tutto nel I sec. d.C., dal 60 al 91, con esclusione dell'Apocalisse che mi pare ricordare sia stata ultimata nei primi anni del II d.C..
Chiese e storici danno datazioni differenti ma di un anno in entrambi i limiti, il Vangelo di san Matteo la storia lo data un anno prima della Chiesa mentre quello di san Giovanni un anno dopo.
Altra cosa che mi da la convinzione da te evidenziata, un testo ebraico del I secolo ove si parlava "di un certo Gesù che compie miracoli"; in più gli ebrei non hanno mai smentito la sua esistenza storica.
Di più non so dirti, buona permanenza. :D
 
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smí
view post Posted on 18/7/2010, 20:22     +1   -1




CITAZIONE (Leonatos @ 18/7/2010, 20:56)
Beh, considera che il Nuovo Testamento (nel suo complesso vangeli + lettere apostoliche + apocalisse) fu scritto tutto nel I sec. d.C., dal 60 al 91, con esclusione dell'Apocalisse che mi pare ricordare sia stata ultimata nei primi anni del II d.C..
Chiese e storici danno datazioni differenti ma di un anno in entrambi i limiti, il Vangelo di san Matteo la storia lo data un anno prima della Chiesa mentre quello di san Giovanni un anno dopo.
Altra cosa che mi da la convinzione da te evidenziata, un testo ebraico del I secolo ove si parlava "di un certo Gesù che compie miracoli"; in più gli ebrei non hanno mai smentito la sua esistenza storica.
Di più non so dirti, buona permanenza. :D

Gli Ebrei non hanno mai smentito la sua realtà storica, ma hanno sempre negato ogni connessione tra la sua figura e Dio, chiunque potrebbe, partendo da questo presupposto e interpretare la sua figura come, per esempio, un sobillatore, un capo di un movimento, magari avverso all'occupazione romana.
Le fonti apostoliche scusa, ma essendo parte integrante del Testo, non possono essere considerate reali dati storci, per quanto la loro datazione possa essere corretta, e lo è, rimangono comunque fonti letterarie, vicine al movimento che a Cristo era ed è vicino, non oggettive nè storicamente valide.
Di solito per determinare la realtà storica di un personaggio si parte dall'esaminare documenti ufficiali, censimenti ecc. che rendano prova oggettiva di un individuo.
Giuro che non voglio smontare alcuna convinzione, anzi, voglio acquisirne per me, e visto che avevi sostenuto l'ontologica verità del Cristo nella storia speravo di poterne argomentare assieme.
Scusate la temerarietà ^_^
 
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TotusTuus
view post Posted on 18/7/2010, 20:22     +1   -1




Ti consiglio di consultare: https://musicasacra.forumfree.it/?t=7150340 ; https://musicasacra.forumfree.it/?t=12975240 e le varie discussioni nella sezione Apologetica.

CITAZIONE
Io personalmente mi sono allontanato dalla Chiesa a causa di un professore di Religione molto illuminato...Egli ha sempre predicato la naturalità della fede e la sua ragionevolezza, spingendo ciascuno di noi ad aprire la propria mente, trascurando l'immagine ormai un po' troppo antiquata del cuore, a ciò che nel nostro intimo sentissimo come giusto, il risultato fu inaspettatamente credo per lui, l'insorgere in me del positivismo più logico e dell'agnosticismo più convinto.

Un professore di questo tipo di che tipo di illuminazione godeva? Nel rapporto ragione-fede (consulta le varie discussioni in area Filosofia) se n'è discusso più volte. Una piccola annotazione: tra cuore e ragione non c'è affatto disaccordo! Altra cosa invece è il razionalismo o il fideismo, due estremi opposti che portano l'uomo su cattive strade. Consiglio pure: https://musicasacra.forumfree.it/?t=43775896
Rammento infine un passo del Conciclio Vaticano I, giusto per un po' di chiarezza:

CITAZIONE
CONCILIO VATICANO I, costituzione dogmatica Dei Filius, 24 aprile 1870, capp. I e IV

Cap. I: Dio, creatore di tutte le cose (DH 3001-3003)

La santa Chiesa cattolica apostolica romana crede e confessa che vi è un solo Dio vero e vivo, creatore e Signore del cielo e della terra, onnipotente, eterno, immenso, incomprensibile, infinito nel suo intelletto, nella sua volontà, e in ogni perfezione, che essendo una sostanza spirituale unica e singolare, assolutamente semplice e immutabile, deve essere dichiarato realmente ed essenzialmente come distinto dal mondo, sovranamente beato in se stesso e per se stesso e ineffabilmente elevato al di sopra di tutto ciò che può essere concepito al di fuori di lui.

Nella sua bontà e con la sua «onnipotente virtù», non per aumentare la sua beatitudine né per acquistare perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio ha, con la più libera delle decisioni, «insieme all’inizio dei tempi, creato dal nulla l’una e l’altra creatura, la spirituale e la corporale, e cioè gli angeli e il mondo, e poi la creatura umana, come partecipe di entrambe, costituita di anima e corpo» (Concilio Lateranense IV, DH 800).

Dio, con la sua provvidenza, protegge e governa tutto ciò che ha creato, poiché «essa si estende da un confine all’altro con forza, governa con bontà ogni cosa» (Sap 8,1). «Tutto è nudo e scoperto davanti agli occhi suoi» (Eb 4,13), anche quello che sarà fatto dalla libera azione delle creature.

Cap. IV: La fede e la ragione (DH 3015-3020)

La Chiesa cattolica ha sempre unanimemente creduto e ancora crede che esistono due ordini di conoscenza, distinti non solo per il loro principio, ma anche per il loro oggetto: per il loro principio, perché nell’uno conosciamo con la ragione naturale, nell’altro con la fede divina; per l’oggetto, perché oltre la verità che la ragione naturale può capire, ci è proposto di vedere i misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non rivelati dall’altro.

È questo il motivo per cui l’apostolo, che pure testimonia che Dio è stato conosciuto dai pagani «attraverso le cose create» (Rm 1,20), quando parla della grazia e della verità venutaci da Cristo (cfr. Gv 1,17), dichiara: «Parliamo di una sapienza divina misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla... Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio» (1Cor 2,7-8.10). E lo stesso Unigenito benedice il Padre perché ha nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli (cfr. Mt 11,25).

Quando la ragione, illuminata dalla fede, cerca con zelo, pietà e moderazione, per il dono di Dio arriva a una certa conoscenza molto feconda dei misteri, sia grazie all’analogia con ciò che conosce naturalmente, sia per il nesso degli stessi misteri fra loro e con il fine ultimo dell’uomo. Mai, però, essa è resa capace di penetrarli come le verità che formano il suo oggetto proprio. I misteri divini, infatti, per loro intrinseca natura, sorpassano talmente l’intelligenza creata, che anche se trasmessi per divina rivelazione e ricevuti mediante la fede, rimangono avvolti nel velo della fede e quasi avviluppati in una caligine, fino a quando, in questa vita mortale, «siamo in esilio lontani dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione» (2Cor 5,6).

Ma anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio, che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero. Questa inconsistente apparenza di contraddizione, nasce specialmente dal fatto che i dogmi della fede non sono stati compresi ed esposti secondo il pensiero della Chiesa, o che opinioni false sono scambiate per conclusioni della ragione. Noi definiamo dunque che tutte le affermazioni contrarie alla verità attestata da una fede illuminata sono senz’altro false (cfr. Concilio Lateranense V, DH 1441).

Inoltre, la Chiesa, che, con l’ufficio apostolico di insegnare, ha ricevuto il mandato di custodire il deposito della fede, ha anche, da Dio, il diritto e il dovere di proscrivere la falsa scienza (cfr. 1Tm 6,20), perché nessuno venga ingannato dalla filosofia e da vuoti raggiri (cfr. Col 2,8)

Per questo i fedeli cristiani non solo non hanno il diritto di difendere come legittime conclusioni della scienza le opinioni ritenute contrarie alla dottrina della fede, specie se condannate dalla Chiesa, ma sono strettamente tenuti a considerarle piuttosto come errori, che hanno solo una ingannevole parvenza di verità.

E non solo la fede e la ragione non possono mai essere in contrasto tra di loro, ma possono darsi aiuto scambievole: la retta ragione, infatti, dimostra i fondamenti della fede e, illuminata dalla sua luce, può coltivare la scienza delle cose divine; la fede, invece, libera e protegge la ragione dagli errori e l’arricchisce di molteplici cognizioni.

Perciò la Chiesa, ben lungi dall’opporsi allo studio delle arti e delle discipline umane, le favorisce e le promuove in ogni maniera. Essa, infatti, non ignora e non disprezza i vantaggi che ne derivano per la vita degli uomini; riconosce anche che esse, venute in qualche modo da Dio, Signore delle scienze (cfr. 1Sam 2,3), possono condurre a Lui con l’aiuto della grazia, se usate come si deve.

E certo non proibisce che tali discipline, ciascuna nel proprio ambito, utilizzino propri principi e un proprio metodo; ma pur riconoscendo questa legittima libertà, essa cerca di evitare che, in contrasto con la dottrina divina, accolgano in sé degli errori, o che sorpassando i propri limiti, invadano e sconvolgano il dominio della fede.

La dottrina della fede, che Dio ha rivelato, non è stata proposta all’intelligenza umana come un sistema filosofico da perfezionare, ma, come un divino deposito, è stata affidata alla Chiesa sposa di Cristo, perché la custodisca fedelmente e infallibilmente la proclami. In conseguenza il senso dei sacri dogmi che deve essere sempre conservato è quello che la santa madre Chiesa ha determinato una volta per tutte e non bisogna mai allontanarsi da esso sotto il pretesto e in nome di un’intelligenza più profonda. «Crescano pure, quindi, e progrediscano largamente e intensamente, per ciascuno come per tutti, per un sol uomo come per tutta la Chiesa, l’intelligenza e la scienza, la sapienza, secondo i ritmi propri a ciascuna generazione e a ciascun tempo, ma esclusivamente nel loro ordine, nella stessa credenza, nello stesso senso e nello stesso pensiero» (Vincenzo di Lerins, Commonitorium, 23, 3).

 
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smí
view post Posted on 18/7/2010, 20:51     +1   -1




Sul Cristo, erano quelli i documenti che mi interessavano, erano stati citati dal mio professore precedentemente richiamato alla memoria, ma non li ricordavo in particolare.
Ecco, per questo voglio appellarmi alla razionalità di ognuno di noi, è lecito comunque avere dei dubbi sulla veridicità di taluni documenti, dato che si è posta in essere una diatriba sulla loro credibilità e sull'uso di termini fin troppo legati ad una sfera vicina al Culto?
Non voglio dire che assolutamente sia dimostrabile la finzione storica attorno alla figura del Cristo, però voglio, e credo legittimo tale desiderio, che si ammetta che, un uomo, non in possesso di una fede incondizionata, che però con onestà intellettuale si accinge a porsi problemi legati alla teologia perchè comunque importanti per la società in cui si vive, anche se sempre meno diffusamente importanti, e questo me lo si conceda, non possa essere soddisfatto di testimonianze parziali e che si presentano molteplici, nel caso di Flavio G., oppure, nel caso di Tacito e Svetonio (quest'ultimo m'è sempre riuscito un po' antipatico negli studi, ma è solo una nota di colore) probabilmente troppo legate alle notizie frammentarie che avevano del movimento cristiano, come poteva Tacito mettere in dubbio, da buon intellettuale, senza prove, la figura osannata da un nutrito gruppo minoritario che da lui prendeva il nome? Con che autorità avrebbe potuto ritenere falsi i racconti di questo gruppo? tuttalpiù poteva ritenerli falsi in cuor suo, magari eccessivi, ma non credo si furono prodotte prove a Tacito che dimostrassero che cent'anni prima esistette un anonimo figlio di un falegname... Credo sia quanto mai lecito dubitare, con libero spirito critico, in assenza di una vera vocazione alla fede incondizionata.
Poi che tra ragione e fede non ci siano contrasti... La storia insegna tutt'altro, tant'è vero che lo stesso S. Agostino le rappresenta come due città ben distinte e distanti l'una dall'altra, e che molti teologi/filosofi si sono interrogati sul rapporto tra queste due facoltà, già solo il fatto che si ponga il problema di doverne argomentare sembra essere un elemento di divisione, più che d'accordo, non ti pare?
La ragione di per sè non porta poi a certezze, anzi le annebbia e porta al legittimo dubbio se usata con savietà, mentre la fede risolve i dubbi... Non può non esserci conflittualità.
 
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TotusTuus
view post Posted on 18/7/2010, 21:10     +1   -1




CITAZIONE
Ecco, per questo voglio appellarmi alla razionalità di ognuno di noi, è lecito comunque avere dei dubbi sulla veridicità di taluni documenti, dato che si è posta in essere una diatriba sulla loro credibilità e sull'uso di termini fin troppo legati ad una sfera vicina al Culto?

Gli Apostoli hanno incontrato Gesù in carne ed ossa, hanno vissuto con lui, l'hanno ascoltato e l'hanno testimoniato facendo pervenire il messaggio cristiano sino a noi. Più reale di così....poi ognuno è libero di non credere neppure alla realtà che si impone dinnanzi a noi...

CITAZIONE
Poi che tra ragione e fede non ci siano contrasti... già solo il fatto che si ponga il problema di doverne argomentare sembra essere un elemento di divisione, più che d'accordo, non ti pare?

No, non mi pare.

CITAZIONE
La ragione di per sè non porta poi a certezze, anzi le annebbia e porta al legittimo dubbio se usata con savietà

Mi spiace, è proprio il contrario. La ragione ben condotta apre alle realtà superiori. "L'ultimo passo della ragione, è il riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano" (Pascal). Semmai è il razionalismo o le varie forme di irrazionalismo che gettano l'uomo nel dubbio. Non si confonda ragione con razionalismo.
 
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smí
view post Posted on 18/7/2010, 21:30     +1   -1




CITAZIONE (TotusTuus @ 18/7/2010, 22:10)
Gli Apostoli hanno incontrato Gesù in carne ed ossa, hanno vissuto con lui, l'hanno ascoltato e l'hanno testimoniato facendo pervenire il messaggio cristiano sino a noi. Più reale di così....poi ognuno è libero di non credere neppure alla realtà che si impone dinnanzi a noi...

CITAZIONE
Poi che tra ragione e fede non ci siano contrasti... già solo il fatto che si ponga il problema di doverne argomentare sembra essere un elemento di divisione, più che d'accordo, non ti pare?

No, non mi pare.

CITAZIONE
La ragione di per sè non porta poi a certezze, anzi le annebbia e porta al legittimo dubbio se usata con savietà

Mi spiace, è proprio il contrario. La ragione ben condotta apre alle realtà superiori. "L'ultimo passo della ragione, è il riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano" (Pascal). Semmai è il razionalismo o le varie forme di irrazionalismo che gettano l'uomo nel dubbio. Non si confonda ragione con razionalismo.

Gli Apostoli non possono essere considerati "di parte" nella considerazione prettamente storica? in più la vita di Cristo è raccontata in modo allegorico, non si può prendere per storiografia un libro sacro, se no lo stesso valore bisognerebbe riconoscerlo al Corano e quindi al Talmud.
Si può credere al messaggio di un testo sacro, ma non alla sua piena veridicità storica, poi se si vuole trovare a forza una giustificazione delle proprie convinzioni...
Se tu mi dici che tutto ciò che è scritto nel testo è accaduto proprio com'è scritto allora credo che da quando ho smesso di frequentare la chiesa abbiano cambiato linea di interpretazione, a me l'avevano raccontata diversamente sai?
Sulla ragione, non comprendo il tuo non mi pare, se l'argomentassi sarebbe carino, io ho argomentato il mio punto di vista.
Comunque la ragione che tu descrivi non esiste, tant'è che la scienza, prodotto primo della ragione, non del razionalismo che semmai ne è un derivato scaturito dall'osservazione della potenza nell'applicare la ragione ai campi del sapere, è sempre stata descritta come fondata sul dubbio, non sulla certezza, tanto che la fisica dubita perfino dei suoi principi cardine, quali la gravità.
Credo tu abbia in mente la visione Dantesca della ragione, che però risale al '300, ci siamo evoluti un poco da allora.
Su questo credo tu stia sbagliando in pieno, e ripeto, S. Agostino stesso predicava l'impossibile coabitazione delle due facoltà.
 
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TotusTuus
view post Posted on 19/7/2010, 07:48     +1   -1




CITAZIONE
Gli Apostoli non possono essere considerati "di parte" nella considerazione prettamente storica?

I tanti uomini e donne che lo hanno incontrato e testimoniato erano tutti pazzi? Le persone guarite? Tutte insane? Le testimonianze dei primi secoli? Tutti sciocchi? Per favore....se poi una persona vuole tranquilizzarsi la propria coscienza, può anche negare l'evidenza: ma non per questo l'evidenza non esiste.

CITAZIONE
Sulla ragione, non comprendo il tuo non mi pare, se l'argomentassi sarebbe carino, io ho argomentato il mio punto di vista.

Non hai argomentato un bel nulla.

CITAZIONE
Comunque la ragione che tu descrivi non esiste, tant'è che la scienza, prodotto primo della ragione, non del razionalismo che semmai ne è un derivato scaturito dall'osservazione della potenza nell'applicare la ragione ai campi del sapere, è sempre stata descritta come fondata sul dubbio, non sulla certezza, tanto che la fisica dubita perfino dei suoi principi cardine, quali la gravità.

Intanto per scienza non si intende solamente le scienze empiriche. La scienza è un "scire" ossia un "sapere". Scire simpliciter est cognoscere causam propter quam res est et non potest aliter se habere. Il sapere per eccellenza, il vero sapere, lo si ha solo: 1. quando si conosce il propter quid della realtà constatata; 2. quando si veda alla luce della evidenza che la spiegazione non può essere diversa da quella che è. Con questo non si vuole disprezzare la conoscenza scientifica o storica, il quia e il quomodo hanno il loro valore, ma non si può ridurre a questo la scienza. Le ragioni ultime non sono le spiegazioni prossime dello scienziato o la spiegazione genetica dello storico.
Il razionalismo (divinizzazione della ragione) è la malattia della ragione stessa. Altro che potenza, è la negazione della scienza perchè non altro è che ideologia! Una credenza irrazionale fondata sulla non verità e sulla contraddizione.

Una battuta velocissima su Sant'Agostino. Egli sapeva molto bene che fede e ragione non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme lo sapeva molto bene. Come ha scritto Agostino stesso dopo la sua conversione, fede e ragione sono “le due forze che ci portano a conoscere”(Contra Academicos, III, 20, 43). A questo proposito rimangono giustamente celebri le due formule agostiniane (Sermones, 43, 9) che esprimono questa coerente sintesi tra fede e ragione: crede ut intelligas (“credi per comprendere”) - il credere apre la strada per varcare la porta della verità - ma anche, e inseparabilmente, intellige ut credas (“comprendi per credere”), scruta la verità per poter trovare Dio e credere.
 
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view post Posted on 19/7/2010, 11:06     +1   -1
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CITAZIONE (smí @ 18/7/2010, 21:22)
Gli Ebrei non hanno mai smentito la sua realtà storica, ma hanno sempre negato ogni connessione tra la sua figura e Dio, chiunque potrebbe, partendo da questo presupposto e interpretare la sua figura come, per esempio, un sobillatore, un capo di un movimento, magari avverso all'occupazione romana.

Non sarebbero ebrei altrimenti, è come dire che un induista non crede in Allah; è un'affermazione ovvia! asd
 
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