Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani

quesito partendo da Schelling...

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Alepirata
view post Posted on 16/10/2008, 13:28     +1   -1




buon giorno, vorrei porvi un mio umile dubbio... in corso all'università si è detto che Cristo per Schelling, il quale parla dal punto di vista della coscienza può essere inteso come un traditore poichè è un aggiunta rispetto all'unità precedente del Fondamento...
ecco io da umile animatrice cristiana in un oratorio, mi chiedevo, ma perchè viene definito il Cristo aggiunta quando "nella stessa sostanza del padre" dunque non sarebbe un aggiunta ma cmq per il mistero della trinità unico anch'Egli?
c'è forse una forzature della visione di Dio?
sono io che mi son persa qualche passaggio?
 
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TotusTuus
view post Posted on 16/10/2008, 16:55     +1   -1




In poche righe non è agevole proporre una risposta almeno parzialmente soddisfacente. In primis invito quindi ad un ripasso del pensiero dello Schelling e del periodo storico di riferimento.
L'Assoluto Schellinghiano non è altro che la "Sostanza" di Spinoza interpretata con sensibilità di un romantico; vale a dire attività che insieme è oggettiva e soggettiva. L'Assoluto si manifesta nella storia, campo della libertà umana, che dal Nostro è intesa come sintesi della libertà stessa e della necessità, di conscio e inconscio. Attraverso lo sviluppo organico e progressivo della storia, che ubbidisce al piano provvidenziale, si attua e rivela Dio. Sulla base di idee di stampo gnostico, egli pone l'opposizione dentro l'Assoluto; gli opposti tendono a rompere l'Unità e a separarsi, ponendosi ciascuno assoluto. Di qui il male nel mondo, vinto dalla ricomposizione finale dell'unità. Secondo lo Schelling, come la persona è costituita da un fondamento distinto dall'essere, anche in Dio vi è un substrato distinto dall'essere: non esterno come il nostro corpo ma interiore, Quando esso si stacca e si pone indipendente, si ha il male. L'uomo è quindi Dio caduto; ma tale caduta è insita in Dio stesso.
Nell'ultima fase lo Schelling si dedica alla costruzione della "filosofia positiva", in polemica con Hegel e la sua dialettica. Ecco quindi l'esito religioso dell'idealismo del Nostro: il mito è il progressivo manifestarsi di Dio nella natura e nella religione naturale fino a quando, raggiunta nell'uomo la consapevolezza riflessa, dalla mitologia si passa alla rivelazione che culmina in Cristo: manifestazione piena della libera personalità di Dio stesso. Una fase ultima (----> regno dello Spirito Santo in Gioacchino da Fiore) si avrà con la sintesi definitiva della religione naturale del Padre e di quella rivelata del Figlio. Schelling elaborò quindi uan filosofia del mito e della rivelazione che riporta il Cristianesimo a motivi gnostici che negano la rivelazione stessa in senso proprio e vi introducono elementi del pensiero pagano in contrasto con la visione cristiana della persona e della salvezza.

Edited by TotusTuus - 16/10/2008, 19:50
 
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Alepirata
view post Posted on 16/10/2008, 18:01     +1   -1




grazie mille per la risposta!!! ...intanto anche io nel pomeriggio ero andata un pò a rivedere la filosofia di Schelling e ora dovrebbe essere più chiaro!
poi il testo che sto studiando riguardava una meditazione partendo da schelling! ma senza sapere bene quel che diceva schelling era complicato...
grazie!!
 
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2 replies since 16/10/2008, 13:28   85 views
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