| I CATTOLICI E IL VOTO (Parte III)
La carne si avvicina all'osso. Già perchè a questo punto devo accennare all'orrido per eccellenza: la sinistra, ovvero la sinistra radicale, la sinistra massimalista, la sinistra estrema e chi più ne ha più ne metta. Melius abundare quam deficere, no ?
Bene, la sinistra ha certamente, tra i tanti, un grosso peccato sulla sua coscienza politica. Quello di aver voluto scimmiottare o, meglio ancora, porsi su un piano concorrenziale con i movimenti liberal-borghesi. Ciò avvenne dai tempi di Occhetto con un crescendo che personalmente ritengo forsennato, fino a circa 6 anni orsono. Ora, un conto è dissociarsi e denunciare, quantunque tardivamente, i crimini che il comunismo di matrice staliniana, maoista, polpotiana ha commesso, su cui, ripeto, c'è solo da rammaricarsi per il tempo che ci volle per giungervi, e un'altra cosa è dimenticarsi che il socialismo, nella sua teorizzazione, non solo non preconizzò l'esecuzione di detti crimini ma, viceversa, si pose come ideologia alternativa a che detti orrori avessero nuovamente a verificarsi. Perchè nuovamente ? Ma semplicemente perchè se già nel tristissimo periodo delle scoperte geografiche (1400/1800 ca.) il mondo aveva assistito alla schiavizzazione di intere popolazioni, africane, americane, asiatiche con conseguenze che furono di una drammaticità, a quei tempi, senza pari (si pensi per un attimo al genocidio di circa 10.000.000 di amerindi dell'America settentrionale perpetrato dai coloni anglo-sassoni in poco più o poco meno di un secolo e mezzo; si pensi allo stesso fenomeno accaduto nei territori centro- e sud-americani ad opera degli ispano-portoghesi, e mi limito a questo continente soltanto), bene, cioè male, era indubbio che con la industrializzazione dell'Europa (leggi, particolarmente Gran Bretagna, ma non solo quella...) si assistette al vilipendio più vomitevolmente disumano dello sfruttamento delle plebi (inclusi i bambini da 6 anni in su, e le donne) affinchè la neonata industria estrattiva, siderugica, metallurgica e meccanica potesse donarci quel "progresso" che oggi sta mostrando tutti i suoi enormi limiti (fino al punto da porre in serio "forse" la stessa esistenza sul pianeta in un arco, non più di secoli (ALTRA BARZELLETTA!) ma di qualche decennio, ebbene, forse ci si attendeva che giungesse Cristo stesso a fustigare un tale miserrimo ed atroce sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo ? Probabilmente no, ma era prevedibile che prima o poi qualche pensatore, qualche umanitario, qualche ESSERE UMANO non divinizzato, avrebbe colto l'orribile "emancipazione" che si andava attuando già allora su scala globale, a spese dei più disgraziati, dei più poveri, dei più miseri, insomma di coloro la cui vita valeva meno di una colata d'acciaio, di una giornata di scavi, di diciotto ore di "fabbrica" o, per i più fortunati, di una capanna all'ombra della magione signorile dalla quale (dalla capanna,intendo) uscire a testa china ad ora antelucana e a testa china entrare nella villa per compiervi ogni tipo di mansione in stato, anche giuridico, di schiavitù. Qualcuno mi dirà, visto che le barzellette vanno sempre di moda, che se io sto comunicando il mio pensiero a tutti voi, secondo la tecnica telematica, lo devo proprio a quella rivoluzione industriale tanto vituperata! Grazie. Beh, se tanto mi da tanto, meglio ai tempi dell'Uomo di Neanderthal che, se uccideva, lo faceva o per difendersi o per procacciarsi il cibo (pare che non fosse cannibale, quindi in quest'ultimo caso si trattava di animali e non di esseri umani). Ora, che un certo Marx abbia teorizzato un sistema tendente a far si che la società si evolvese non a danno della parte più debole della medesima ma attraverso un'equa distribuzione delle risorse e una progressiva disponibilità dei beni da queste scaturenti cosicchè la comunità in loco potesse rendersi ad un tempo autosufficiente e non concorrenziale nei confronti della o delle comunità limitrofe, beh, mi pare che ciò non costituisca neppure quella grande rivoluzione di pensiero che normalmente gli viene attribuita. E, se consideriamo anche l'altro aspetto critico, ovvero quello del come giungere ad un tale risultato e, cioè attraverso la "lotta di classe", ebbene, anche in questo caso non ci vedo nulla di veramente "nuovo". Egli, in fondo, non fa che applicare ai ceti sociali ciò che l'uomo già faceva in quanto singolo individuo. Lo schiavo non poteva non sentirsi vittima di un sopruso (se non per grettissima ignoranza o, nel caso di uno schiavo catechizzato, per una lettura aberrante della Cap. VI della lettera di Paolo agli Efesini, o ancora in quanto detto schiavo godeva, a differenza dei suoi compagni di sventura, di un trattamento e di privilegi che lo inducevano a non ribellarsi per quanto di buono già aveva ottenuto. Ma torniamo al tema. Oggi la cosiddetta "Sinistra Arcobaleno", pur non rinunciando alla lotta di classe, ha più volte espresso in modo categorico il proprio rifiuto della violenza come metodo per il raggiungimento dei propri fini ed ha, a mio parere giustamente, reiterato la convinzione che gli orribili crimini perpetrati sotto l'egemonia del comunismo, non possono ragionevolmente essere ascritti ad una teorizzazione di principi della carta di fondazione del socialismo europeo. Il comunismo che "mangia i bambini" più che farmi sorridere mi fa inorridire in quanto studioso di storia ed ancor più in quanto essere umano. Che vi siano stati episodi di cannibalismo nell'Ucraina bolscevizzata con la famosa carestia provocata ad arte da Stalin negli anni '30, credo nessuno possa dubitarne: quando un essere umano è ridotto a condizioni sub-animalesche ci si possono attendere solo 2 cose: o un'eroicità evangelica o una degradazione quale raramente si esperimenta perfino nel mondo animale. Da noi, oggi, vi sono fior fiore di donne, ma anche di uomini, che non esitano a decretare la morte di un embrione, di un feto, di un neonato e perfino di un bimbo per scopi caratterizzati da una bassezza che supera di gran lunga quella che può originarsi dalle condizioni esemplificate più sopra. E quì entriamo nell'ambito della morale o dell'etica che, altra barzelletta, viene ormai definita come il contenitore dei "temi sensibili". Si chiamino le cose con il loro nome: TEMI MORALI e, se si ha paura di questo termine perchè utlizzato da sempre nella Chiesa, si dica pure TEMI ETICI che sono esattamente la stessa cosa, l'uno di estrazione etimologica latina, l'altro di etimologia greca. Entrambi, tuttavia, presenti storicamente anche nell'universo laico e in quello laicista perchè trattati ben prima della stessa nascita di Cristo. Ma veniamo al dunque: posso io, in quanto cattolico votare per un gruppo politico che proprio su queste tematiche vede un gran numero di aderenti sostenere principi (vedi aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione assistita eterologa, eugenetica, coppie di fatto, etc.) che sono in contrasto con le mie più profonde convinzioni di carattere, appunto, morale ? Ebbene, sì. Forse farò inorridere qualcuno ma credo non sia proprio il caso. Votare un movimento politico non può e non dovrebbe significare ADERIRE IN TOTO a tutti i principi che esso professa o sui quali lascia libero il votante di agire secondo coscienza. NON MI INTERESSA UN GRUPPO POLITICO CHE SOTTOSCRIVA TUTTE LE MIGLIAIA, O MEGLIO, MILIONI DI PAGINE DEI TESTI SACRI DELLA MIA FEDE, quando, ogni giorno SONO TESTIMONE DI COME DETTI TESTI SONO SPUDORATAMENTE CALPESTATI, SVUOTATI DEL LORO CONTENUTO, IPOCRITAMENTE SBANDIERATI PROPRIO NEL MOMENTO IN CUI LI SI TRADISCE SCIENTEMENTE ma che, guarda caso, godono del placet autorevole delle gerarchie. Allora, votare Sinistra Arcobaleno è votare per quei punti programmatici che possono e debbono essere condivisi e, viceversa, opporsi con tutta l'energia di cui si è capaci e la fede/cultura che si possiede a quelli che NON POSSONO E NON SARANNO MAI CONDIVISIBILI. Pertanto, se molti cattolici entrassero in quest'ordine di mentalità, noi avremmo una vera sinistra, sul piano economico e sociale assolutamente accettabile ma avremmo pure la stessa sinistra che avrebbe non piccoli problemi a far prevalere la propria visione morale dell'esistenza. Ciò che nella storia, si è purtroppo verificato ben più di una volta, e cioè che l'ingresso nella "Ecclesia" di cospicue aliquote di "mondani" come li chiamerebbe Giovanni l'Evangelista, fece si che il comportamento dell' Istituzione si allontanasse, in campo morale, da quello canonico, consentendo, chiudendo non uno ma entrambi gli occhi, redigendo documenti che sono la quintessenza del "machiavellismo del momento", salvo poi, giustificare il tutto con il solito accenno ai "segni dei tempi", alla teoria dei due mali di cui si sceglie il minore, al fatto che quel Dio giustizialista a cui ci si era abituati era stato sostituito da un suo omonimo "tutto carità e misericordia", insomma, "pane, amore e fantasia" per poi, dopo un certo tempo, rifare il percorso inverso e ripromuovere ciò che si era poco prima svenduto. Eh, dopo quindici anni di studi ecclesiastici appassionati e seriamente vissuti, diventa un po' arduo farmi digerire ciò che è incommestibile. Si può e si deve essere coscienti e coerenti con la propria fede dovunque, anche nel PdL (sono certo che qualcuno di questo tipo ci sia anche lì) e, ripeto, ciò vale per tutte le formazioni politiche. Ma quanto poi ciò risponda al vero, beh, ammetto che al di fuori di Dio, solo la propria coscienza sia in grado di confermarlo o meno. Se io sia un "falso" o un "vero" non sono che tre elementi a poterne fornire qualche indicazione: la vita che conduco, la coscienza informata che con l'aiuto del Signore e della Sua Chiesa posseggo e, infine, il tempo, giudice che raramente si lascia imbrogliare.
Credo di essere stato genuino e chiaro nella mia esposizione. Ogni critica è sempre ben accolta anche quando suscita una replica che magari non è quella che ci si attende. Ciò che mi anima è una grande passione per la verità e la giustizia mai disgiunte da quella carità che dovrebbe essere il lievito di ogni credente. Sono cosciente che posso sbagliare ma sono pure certo di porre tutta l'attenzione possibile perchè ciò non accada. Sono grato al Signore, non solo per la Sua infinita bontà e misericordia ma anche per quella giustizia che, spesso noi neghiamo a noi stessi ma che un giorno Egli farà trionfare a consolazione dei piccoli e a vergogna dei grandi. Spero vivamente di essere tra i piccoli. Il resto è nelle mani di Dio, della Sua Santissima Madre, di quel grandissimo e spesso trascurato San Giuseppe e di tutti i giusti: quelli defunti dei quali imploro l'intercessione e quelli viventi alle cui preghiere mi affido.
Grazie di cuore per l'ospitalità e la grande pazienza e carità usatami. Il Signore vi ricompensi per tutto il bene che fate (a me incluso) nel Suo Nome.
Pace e Bene!
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