Raimundus |
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| Ti rispondo così: se io fossi parroco in una parrocchia dove per 40 anni si è celebrato diversamente, dove l'unico interessato al vecchio rito fossi io, pensi che darei la priorità a questo? La risposta è evidente. Pur essendo un cultore del rito antico, entusiasta di questo provvedimento papale, ho sempre detto che questa NON è la priorità. Fossi parroco, garantirei per prima cosa un'adeguata formazione ai bambini del catechismo, ai fidanzati che si preparano al matrimonio, ai giovani e agli adulti dell'Azione Cattolica. Bisogna poi celebrare bene, secondo le norme vigenti, la Messa "di Paolo VI", anche in latino, per sensibilizzare le persone (che non avrebbero traumi, visto che partecipano alla stessa messa celebrata in italiano da 40 anni e quindi non avrebbero difficoltà a capire cosa stia avvenendo); contemporaneamente, introdurre la Messa secondo il rito straordinario di San Pio V, lasciando la facoltà a chi lo desidera di partecipare. Il tutto senza fanatismi e isterie da tradizionalisti scemi.
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