Ecclesia Dei. Cattolici Apostolici Romani


Droga.
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Droga.

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Marco Galli
view post Posted on 2/4/2007, 13:04     +1   -1





Bene, avanti così, però se hai davvero dei figli poi non piangere se un giorno dovessi scoprire che dalle canne è passato a qualcos'altro (Ti auguro di cuore di no, ma sapessi quanti ce ne sono...).

Marco
 
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the wise
view post Posted on 3/4/2007, 08:30     +1   -1




se passerà a qualcos'altro ci saranno motivi ben più profondi delle canne.
 
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Marco Galli
view post Posted on 3/4/2007, 11:45     +1   -1





...già, ma il suo percorso sarà comunque iniziato dalle canne...
resto della mia idea


Marco
 
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the wise
view post Posted on 3/4/2007, 12:28     +1   -1




non necessariamente

se vuoi ti posso far conoscere un paio di persone che hanno iniziato direttamente con l'eroina.

oppure ti posso far conoscere un mucchio di gente che usa cannabis da anni ma non è mai andata oltre
 
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Guido Ferro Canale
view post Posted on 3/4/2007, 12:33     +1   -1




Personalmente, considerato anche che lo spinello è molto più cancerogeno della sigaretta, non la prenderei bene. Certo, non meglio di alcool o pasticche.
Siamo sempre nei peccati contro il V Comandamento.

Guido
 
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Raimundus
view post Posted on 11/7/2007, 11:51     +1   -1




Un italiano su 3 fuma lo spinello
Lazio in testa per i cannabinoidi, Lombardia per la cocaina
(ANSA) - ROMA,11 LUG - Un italiano su tre, almeno una volta, ha fumato uno spinello: nel 2005 lo ha fatto il 32%, nel 2001 il 22%. E' un aumento del 45% in 4 anni. Ha fumato uno spinello il 24,5% degli studenti. In Italia cresce il consumo di cannabis, stabile quello di eroina, in lieve incremento quello di cocaina. Questi alcuni dati della Relazione annuale al Parlamento (2006) con riferimento ad indagini del Cnr. Le regioni con piu' consumatori: Lazio per cannabinoidi, Lombardia per cocaina e Liguria per eroina.
 
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- Carlotta -
view post Posted on 11/7/2007, 20:21     +1   -1




Mah! :huh:
 
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Marco Galli
view post Posted on 12/7/2007, 10:24     +1   -1




A questo proposito vorrei denunciare l'assordante silenzio dei media, che promuovono (giustamente) iniziative contro l'abbandono dei cani in estate, contro gli incendi (sacrosanto), ma non dicono una parola contro la diffusione delle droghe (leggere e non), gratificando invece di indulgente notorietà personaggi come Lapo Elkann e Kate Moss e in definitiva lanciando il messaggio "...ma cosa vuoi che sia ogni tanto trasgredire un po'?"

Del resto, quando in Parlamento ci sono tossicodipendenti che bloccano la pubblicazione di scoop come quello delle Iene...

Ditemi a quando risale l'ultima pubblicità-progresso contro la droga che Vi ricordate...

Marco

 
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Kajetan
view post Posted on 12/7/2007, 10:41     +1   -1




Non sono i media il problema (lasciamo perdere pubblicità-regresso, che parla degli animali più di quanto faccia per le persone...), ma i nostri politici!
- Le Iene scoprono che i "nostri" sono una massa informe di guano riempita di droga? BLOCCATO!
- Ci sono troppe persone che consumano canne a tutto spiano? LIBERALIZZATO! (ricordiamo che uno dei regali dell'attuale governo è il raddoppio della quantità legalmente trasportabile...)
 
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Raimundus
view post Posted on 12/7/2007, 23:35     +1   -1




Dati impressionanti nell'ultima relazione sul fenomeno

Droga, epidemia trasversale Frigge cuore e cervello


Pino Ciociola

L'idea è seria: organizzare per tutti gli studenti medi italiani, un bel po’ di parlamentari e altrettanti operatori della comunicazione un soggiorno d’un paio di settimane in una comunità terapeutica e in un Sert: ventiquattr’ore su ventiquattro insieme ai ragazzi che vi sono ospitati, mangiando, dormendo e parlando con loro. Nessuno choc, anzi si capirebbero tante nuove, belle cose. Perché la droga è faccenda seria e reale, non una fiction per riempire cinque o sei volte l’anno trasmissioni e pagine di giornale. Ed è ad ogni angolo o poco meno.
Eppure negli ultimi tempi si preferisce tenere la testa sotto la sabbia, mentre giovani e meno giovani continuano a friggersi cervello e cuore. «Aumenta l’uso di cannabis» e «cresce quello di cocaina ed eroina» – spiega (anche) l’ultima Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze – ma "la droga" resta questione marginale. Anzi, ideologica: molte chiacchiere (parziali) e pochi fatti, con questi ultimi interamente sulle spalle d’un manipolo di generosi. Nel frattempo la maggior parte di chi tira appena la testa fuori dalla sabbia lo fa – ad esempio – per annunciare che le canne farebbero quasi bene (bollando come false e reazionarie le asserzioni scientifiche che dimostrano esattamente il contrario).
A proposito, sempre quell’ultima Relazione annuale sottolinea chiaro che se «aumenta o resta stabile la percezione del rischio legato all’uso di cocaina ed eroina, si evidenziano significative diminuzioni per quanto attiene i cannabinoidi». Sarebbe a dire che appunto il messaggio sta passando: le canne quasi fanno bene. Intanto, visto che le droghe sono un problema risibile, da una parte i Sert hanno sempre meno personale e dall’altra le comunità terapeutiche chiudono perché non hanno i soldi per sopravvivere. Così quel manipolo di generosi può via via godersi la meritata, niente affatto voluta, pensione. Così chi sballa – cioè i nostri figli – rimane solo quanto nemmeno un cane: come se affogando chie desse aiuto e attorno a sé trovasse deserto a perdita d’occhio. Nessuno, fra l’altro, s’illuda che i propri ragazzi siano esclusi da questa roulette russa, crogiolandosi nel classico «tanto è impossibile che succeda ai miei». Una volta, molti anni fa, a "rischio" erano quasi esclusivamente gli emarginati, i reietti, i disperati: ora chiedono aiuto single e sposati, chi ha poca cultura e chi ne ha tanta, poveri e ricchi, manager e impiegati, giovanissimi e quarantenni.
Del resto le droghe sono a portata di mano: chiedete dappertutto e a qualsiasi "adolescente" da 14 a 35 anni se gli occorrono più d’un paio d’ore per procurarsi qualsiasi genere di pasticca o polverina. E se a qualcuno non facesse né caldo né freddo che vigorosi giovanotti si strappino l’anima dal corpo, allora pensi più prosaicamente che «la stima dei costi sociali legati all’uso di sostanze illegali è stata nel 2006 di dieci miliardi e cinquecentomila euro», cifra tanto grossa che impressiona soltanto scriverla. Se neppure questo poi bastasse, aggiunga che «nel 2006 continua il lieve incremento annuale, iniziato nel 2003, del numero di denunce per crimini "droga correlati"». Non lasciatevi incantare, allora: la droga uccide direttamente e indirettamente (come in tanti, tantissimi incidenti stradali o alcuni suicidi...). E se non uccide, frigge cervello e cuore. Quando ci si renderà conto che è così – davvero e per tanti – potremo forse anche insegnare a molti ragazzi come si cura, dopo averla riacciuffata, la propria anima.

 
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Guido Ferro Canale
view post Posted on 13/7/2007, 15:06     +1   -1




CITAZIONE (Kajetan @ 12/7/2007, 11:41)
- Ci sono troppe persone che consumano canne a tutto spiano? LIBERALIZZATO! (ricordiamo che uno dei regali dell'attuale governo è il raddoppio della quantità legalmente trasportabile...)

Tranquillo, li ha bloccati la giustizia amministrativa.

Guido
 
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Raimundus
view post Posted on 18/8/2007, 12:07     +1   -1




Vuole dose, minaccia figlio neonato
Lo sporge dal balcone, arrestato per tentativo omicidio
(ANSA) - NAPOLI, 18 AGO - Ha minacciato di buttare giu' dal balcone il figlio di tre mesi per farsi dare dalla moglie i soldi per comprare la droga. E' accaduto a Frattaminore dove e' stato arrestato per tentato omicidio Angelo Miele, 32 anni, tossicodipendente.Non era la prima volta che Miele e la moglie litigavano per lo stesso motivo, ma ieri sera l'uomo ha preso il figlio e sporgendolo dal balcone ha minacciato di buttarlo giu'.Nella lite la moglie e la sorella di Miele hanno riportato lesioni.
 
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Raimundus
view post Posted on 20/8/2007, 17:31     +1   -1




VOCAZIONI DI OGGI
Ordinato martedì dal vescovo di Anagni e Alatri, ha celebrato la sua prima Messa nella festa dell’Assunta. «Ho incontrato Gesù Salvatore: solo in lui la vera gioia»

«Droga addio: tornato alla vita ora sono prete»

Dopo aver vinto la sua guerra contro l'eroina Riccardo Sasso è approdato al sacerdozio Tutto comincia dieci anni fa, quando il giovane bussa alle porte della comunità di Trivigliano

«La dipendenza rivela la radicale povertà dell’uomo Lì possiamo sperimentare l’amore di Dio»

Da Trivigliano (Frosinone) Augusto Cinelli

A chi passa tra le colline della Ciociaria tra Fiuggi e Alatri, probabilmente sfuggono i tetti nascosti di Trivigliano, un paese di neppure 1.500 anime. Eppure proprio qui, in questi giorni, è accaduta una di quelle cose trascurate dalla cronaca ma che gettano una luce nuova sulla realtà. Nella comunità di recupero «In dialogo», fondata sedici anni fa proprio a Trivigliano dal vincenziano padre Matteo Tagliaferri per accogliere tossicodipendenti, alcolisti e persone con vari disagi sociali, martedì è stata festa grande per l'ordinazione sacerdotale di Riccardo Sasso, un giovane che nella stessa comunità ha vissuto per anni, seguendo l'impegnativo percorso di uscita dalla tossicodipendenza, che qui ha voluto poi rimanere come operatore e resterà ora da sacerdote. È stato il vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa a presiedere il rito. E nella solennità dell'Assunta don Riccardo, che l'anno scorso aveva emesso i voti nell'ordine vincenziano, ha celebrato la sua prima Eucaristia, attorniato da familiari e amici, ma anche dai ragazzi ospiti della struttura e da quelli che, terminato il percorso di recupero, sono tornati in famiglia e nella società. Dieci anni orsono Riccardo, romano e una laurea in giurisprudenza in tasca, bussava alla porta di quel luogo per chiedere aiuto. Ha accettato di raccontarci la sua storia con lo stile, tutto evangelico, di chi vuol mettere in luce i percorsi inaspettati della Grazia e testimoniare come Dio possa raggiungere anche gli anfratti della disperazione, servendosi, nel suo caso, di qualcuno che prende in carico la sofferenza degli altri. «Sono entrato in comunità nel giugno 1997 - spiega -. Avevo 32 anni e dovevo affrontare il mio problema di dipendenza da eroina, un problema che si trascinava da diversi anni, nonostante avessi anche un buon lavoro. A un certo punto mi ero reso conto che dovevo fare una scelta: continuare in quella doppia vita che mi stava distruggendo, oppure lasciare tutto e cercare un aiuto di tipo diverso. Fui ac colto in comunità dal responsabile, padre Matteo Tagliaferri, con grandissimo rispetto e amore».
Come è stato il cammino in comunità?
«Il programma di recupero è stato serio ed esigente, ma essendo incentrato sulla conoscenza più profonda e oggettiva di se stessi, ho potuto cominciare non solo a mettere in discussione i miei errori, ma anche a riscoprire una fede che da tanti anni avevo messo da parte. Ben presto mi sono reso conto che nella mia vita avevo cercato - in modo sbagliato - un di più di autenticità della vita, un senso che fino al mio ingresso in comunità mi era sempre sfuggito».
E che cosa è successo per arrivare a scoprire anche la chiamata al sacerdozio?
«Nel '99 terminavo il mio programma di recupero e ho scelto subito di non tornare nel mio ambito lavorativo precedente, ma di rimanere in comunità come operatore. Nel 2000, per il Giubileo, l'allora vescovo di Anagni-Alatri, Francesco Lambiasi, prese la decisone, credo pressoché inedita, di rendere sede giubilare della diocesi anche la comunità di Trivigliano. In quella occasione ho avuto la possibilità di accogliere e seguire oltre 80 gruppi che visitarono la comunità. Attraverso quell'esperienza ho compreso meglio l'azione di Dio nel recupero di tanti giovani, me compreso, e ho cominciato a rendermi conto anche di una chiamata particolare da parte di quel Gesù che già avevo sperimentato come Salvatore. Scelsi di iniziare il cammino vocazionale con la Congregazione della Missione perché avevo sperimentato, come povero - intendo dal punto di vista umano - l'amore per gli ultimi, che è l'eredità più profonda del nostro fondatore san Vincenzo de' Paoli. Mi sono reso conto, per esperienza personale, che la dipendenza rivela la radicale povertà dell'uomo, e che in questa povertà ci è dato di sperimentare l'amore vivificante di Dio».
Come si è sviluppata poi questa chiamata?
«Negli anni di seminario, prima a Roma e poi al Collegio Alberoni della nostra Congregazione a Piacenza, la forza dell'amore d i Dio mi ha sempre accompagnato. In particolare i voti perpetui il 15 marzo 2006 e l'ordinazione diaconale il 30 settembre dello stesso anno, ricevuta dall'allora vescovo di Piacenza-Bobbio, Luciano Monari, sono state altrettante occasioni di incontro con Gesù Salvatore. Mi ha segnato molto anche l'esperienza di volontariato a Piacenza presso la Casa Don Venturini per malati di Aids dell'associazione La Ricerca di don Giorgio Bosini».
Che pagina inizia oggi?
«Oggi mi trovo a svolgere il mio servizio proprio all'interno della Comunità: è come se Cristo mi avesse posto nuovamente in quello stesso luogo, dieci anni dopo il mio ingresso come tossicodipendente. Per fare che cosa? Io credo per testimoniare l'amore gratuito e immenso di Dio che è riversato su ciascuno in maniera sovrabbondante. Mi trovo a ripetere ad ogni persona disperata che la vita è possibile, la vita vince la morte, e che solo l'amore può guarire le ferite di tante persone. Desidero rafforzare nei giovani la consapevolezza che la forza che ridona la gioia di vivere è l'amore gratuito di Dio. Oggi il mio cuore si allarga a coloro che si trovano nei nostri quindici centri in Italia e a quelli fuori dell'Italia, ma sento forte anche la presenza amorosa dei tanti giovani che in comunità hanno vissuto e sono morti, per malattie diverse, ma sempre con grande fiducia nell'abbraccio finale del Signore, che li attendeva. Anche loro mi hanno accolto nel mio ministero». Come ha detto il vescovo Loppa nel giorno dell'ordinazione: «Con il tuo ministero, caro Riccardo, tu possa contribuire a ridurre sempre di più l'ombra della morte attorno a te e dove il Signore ti chiamerà a lavorare».


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Raimundus
view post Posted on 27/8/2007, 23:42     +1   -1




Droga: 18enne aggredisce madre
Dopo averle rotto il gomito entra in coma
(ANSA) - VILLANOVA D'ALBENGA (SAVONA), 27 AGO - Un 18enne imbottito di hascisc e cocaina, ha aggredito sabato sera la madre, e poi e' caduto in coma.Ora e' ricoverato con prognosi riservata nell'ospedale Santa Corona. Il giovane, D.G.,dopo aver assunto droghe ha iniziato a rompere gli specchietti retrovisori di una quindicina di autovetture parcheggiate in piazza Isoleri. Rientrando a casa ha aggredito la madre procurandole una frattura al gomito ed e' crollato in coma.
 
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Raimundus
view post Posted on 17/8/2010, 14:19     +1   -1




Gli indicatori di analisi dell’IARD mostrano come circa la metà del campione, nel corso della sua vita, ha visto qualcuno (o un amico) utilizzare droga oppure se l’è sentita offrire; mentre un giovane su quattro dichiara di averla presa in mano; se invece ci si riferisce al trimestre precedente l’intervista, un giovane su tre ha visto usare droga e uno ogni cinque l’ha toccata. Il mercato è saturato dai derivati della cannabis, sempre più percepito come normale e socialmente accettabile (presi in mano dal 14 % del campione; il dato sulla cocaina è del 2 % ed è in crescita; quello su acidi e ecstasy scende all’1 %). Il dato sull’eroina oscilla tra il 3 e lo 0,5 %. Appare, in sintesi, come due giovani su tre non hanno avuto alcun contatto con la droga nel trimestre precedente l’intervista. Il 6 % del campione rientra nella categoria dei polidrug abusers, assuntori di più sostanze. C’è un trend di crescita nel consumo di stupefacenti, che ormai riguarda il 50 % del campione di ciascuna fascia d’età esaminata. Il consumo concomitante di cannabis e tabacco, e quello di alcol e congiunto alla cocaina e all’eroina sortiscono implicazioni in termini di danni per la salute associati a tale comportamento. L’alcol è legato a situazioni di disagio vero e proprio. Quasi un ragazzo su tre (29 %) dichiara d’essersi ubriacato nel trimestre precedente, e tale comportamento si configura come un’abitudine sociale, nella quale prevale il consumo e abuso di bevande “ricreazionali” (birra, vino, aperetivi alcolici cocktail e long drink). Meno ambiti gli amari e i superalcolici. Alcuni gruppi sociali sembrano essere maggiormente a rischio: in particolare i maschi, gli abitanti metropolitani delle regioni del Nord (il dato sull’alcol è trasversale), di classe sociale e culturale più elevata (per la droga, mentre il dato sull’alcol è trasversale); il rischio di consumo cresce con la maggiore libertà concessa dai genitori (frequenza e orari delle uscite, occasioni di contatto e contiguità all’addiction). Rischi di consumo sussistono nelle situazioni di insoddisfazione personale (scarsa tranquillità psicologica e insoddisfazione per la vita attuale); l’incidenza dei contatti tra atei e agnostici è pari al 62 %, contro il 40 % dei cattolici praticanti (per i quali il consumo scende al 18 %, poco meno di un intervistato su cinque). I valori e i comportamenti individuali sono influenzati dalla percezione di cosa sia considerato normale nell’ambiente sociale, soprattutto tra i giovani, ai quali occorre offrire strategie sociali e cognitive adatte a gestire tali influenze.
 
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44 replies since 22/10/2006, 09:17   628 views
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